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correre sempre! E questo era piano generale? Resta solo nella mente di chi lo concepì, ignoto a tutti, isolato, infecondo di sviluppo? Tutta la illusione è caduta sulle parole spirito pubblico bisogno sentito. Noi versiamo invece in organizzazione. Le masse nulla debbono sapere, e seguono chi impera nei momenti. Che dire del nome di galeotti dato a costoro? Ira e furore di plebe contro. Chi doveva accreditare la loro missione? Il mistero!... l’iscienza .. Ma non dicevate all’ultimo messo «non è maturo». Invece si fosse mandato in cerca a Salerno dei capi, e dove trovarli, come? ammesso che vi fosse stato il tempo. Che caos. Io sono senza mente.

Dopo gli aununzii dei corrieri muover noi era portare al macello i pochi con cui nella strettezza del tempo, nello sconcerto fra i dubbi di tutti potevasi accorrere; strano era marciare a Padula, sito sconfitto, forte di cinquemila uomini, donde erano già fuggiti i nostri (se nostri). Andare a Potenza peggio, ove stava l’apparecchio che presentava Sala. È stata necessità salvare l’organizzazione, tenere l’accaduto come episodio o staccato o lacrimoso del fenomeno — profittare della triste lezione, forse del sonno in cui potesse cadere il Governo dopo gli evviva, onde suonano i paesi insanguinati, la fede degli urbani, il silenzio delle altre provincie. Ma ahi! che questo indarno, — ora rigori e macelli peggiorano. Io nello squallore attuale di tutti non so giudicare che possa o debba farsi, e se presto, o fare acchetare lo sconforto, rimandando l’attuazione in altra stazione. Dite la parte vostra. Quali speranze e timori dentro e fuori, come riparare. Il silenzio del Cilento mi fa pensare. Credo ciò? Diceva vero il Salese — vero il Padre, che fino agli ultimi tempi non ci era nulla, tranne il poco di V.... perduto con la sua persona. Si è verificato a riflesso quello che sottometteva al vostro giudizio di risposta alla lettera: al vago accenno ad insurrezione di una provincia. Quale? Come? Dove? E fosse stato il cielo e fosse insorta coi capi locali. — Conoscitori dei luoghi, e degli uomini non avrebbero sbagliato quei traditi avventurieri. Fidare solo sul soccorso proprio, trascurare il resto, come gente inutile non intelligente. — Dio ve lo perdoni. Vedremo da noi che può raccapezzarsi. Si potesse dare una scossa costà, qualunque, avvisate — pensate voi. Io sono annichilito dalla stranezza del caso — dalla sfiducia avuta da voi in me, che pur forse più di tutti vi ho dato prove.1

  1. G. Albini, appena apprese la disfatta di Pisacane e ignaro in quei giorni di quanto erasi svolto altrove, non poteva che attribuire a sfiducia o a mistero la mancanza di avvisi avvenuta per gli accennati contrattempi.
    Infatti abbiamo notato come il comitato di Napoli ebbe con ritardo il telegramma di Mazzini e che i corrieri spediti (tardi, ma forse ancora a tempo) da Fanelli a Montemurro non giunsero.