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babilmente calunniosa) di falsa moneta. — pp. 276-7 : per queste pagine, il De S. si valse del Cantò ( Storia cit., pp. 375-92), col riscontro del quale ho corretto «Ranieri» in «Rondoni», «Viletti», in «Ziletti», «Foletti» in «Falletti», «De pandectis» in «De legibus», errori di stampa o lievi sviste. Ma non ho voluto correggere l’errore, che è anche del Cantu, onde il Falletti è fatto ferrarese, dal secolo decimosesto trasportato al decimosettimo, attribuendoglisi una storia, che mai non scrisse, invece del poema De bello sicambrico. Anche al Cantú si deve il lieve spostamento cronologico del Garzoni, e quello, piú grave, del Sassetti. Ho corretto «Carreri» in «Careri» (Gemelli-Careri), e «a piedi» in «per terra», come dice il Cantu, dal De S. seguito in queste notiziole. — p. 287 : Vico «di matematica sapeva non oltre di Euclide» : veramente, il Vico scrive che s’innoltrò «fino alla quinta proposizione di Euclide». — p. 311: il Giannone nel Triregno non voleva demolire il «regno celeste», stabilito da Cristo, ma il «regno papale», deformazione di quello. Ma il De S. dichiarava di non conoscere il Triregno (che allora non era stato pubblicato e si ha ora nell’assai cattiva edizione del Pierantoni) * se non dai «sunti», del Panzini e forse del Ferrari («a volerne giudicare da’sunti»). — p. 351:

«usci a Parigi la Tartana degli influssi» : in realtá, a Venezia con la falsa data di Parigi. — p. 366 : «Parini nacque il 22 maggio» : nacque il 23, come ho corretto. — p. 399 : gli Inni del Manzoni uscirono veramente il 1815, ma non quello sulla Pentecoste, aggiunto qualche anno dopo. — p. 410: «Michele Bellotti, Giuseppe Maffei, il traduttore ecc.»; sviste, che ho corretto: «Felice Bellotti, Andrea Maffei».

Può darsi che alcuno giudicherá mediocremente insulso, e non mediocremente irriverente, aver messo tale infilzata d’inezie in calce a un libro, come questa Storia della letteratura italiana, consacrato ad altissimi problemi, la cui meditazione, innalzando e ingrandendo gli animi, li rende incuriosi delle piccinerie, alle quali tanto esagerata importanza fuori luogo attribuiscono gli eruditucoli, soliti a guardare non al lavoro di un uomo che lavora, ma ai peli che sono sul suo vestito. Né io sono giá di diverso avviso; — ma in chiesa coi santi, e in pedanteria coi pedanti.

Napoli, 12 maggio 1912.

B. C.

  • Vedine ora l’edizione critica, in tre volumi degli «Scrittori d’Italia» di Laterza», pubblicata nel 1940 a cura di Alfredo Parente, per incarico affidatogli

dallo stesso Croce ( N.d.r .).