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nel 1521» : senza tener conto del primo abbozzo, pubblicato nel 1517; «in quattro anni se ne fecero sei edizioni» : calcolo non del tutto esatto. — p. iii: la Storia d’Italia del Guicciardini «si stende dal 1494 al 1532»,

o, come esattamente soggiunge il De S., fino all’elezione di papa Paolo terzo: ho corretto, dunque, la scorsa di penna in 1534. —p. 113: Le notizie poco esatte sulla madre dell’Aretino sono attinte allo Chasles, Études cit., p. 395; dal quale il De S. prese parecchi particolari, p. es. la descrizione del ritratto dell’Aretino (p. 118: cfr. Chasles, p. 382), che lo Chasles aveva preso a sua volta dal Mazzuchelli. — p. 120 : «Giovanni dei Medici... morendo gli disse, ecc.» : veramente si trattò d’una celia : «tosto che mi vidde, cominciò a dirmi che piú fastidio gli dava il pensare ai poltroni che al male, cianciando meco» ( Lettere , 1, f. 7). — p. 147 : il Cellini, morto nel 1570: ho corretto: 1571.—p. 182: «nel 1527, sotto Enrico III»: errore di stampa; ho corretto: 1577:—Ivi «la parte del Dottore si rese celebre dal Graziano» : «Graziano» era veramente il nome della maschera: l’attore, cui forse qui si allude, si chiamava Luzio Burchiella. — p. 193 : il Boccalini, «caduto sotto il pugnale spagnuolo», come si credeva un tempo : ora si crede che morisse di colica e febbre. — p. 207 : Daniello Bartoli «è stato in ogni angolo quasi della terra» : bisogna intendere, non di persona, ma con 1 ’ immaginazione. — p. 243: «Parigi bruciava Vanini»: piú esattamente «Tolosa». — Ivi: «i loro carnefici li dissero atei»: è vero del Vanini, non del Bruno. — p. 252: il Newton nacque non nel 1642, ma nel 1643: altra varietá derivante dal modo di calcolare l’anno. — p. 222 : pel Bruno, il De S. non aveva notizia della Vita che di lui pubblicò nel 1868 il Berti : onde qualche lieve inesattezza (il Bruno nacque nel 1548; prima di recarsi a Ginevra, soggiornò alcuni mesi a Genova e a Venezia; si recò prima a Lione e poi a Tolosa; prima del Candelaio — sebbene nello stesso anno — aveva pubblicato il De umbris; ecc.). — p. 234: il sonetto: «Poi che spiegate ho Tali al bel desio» nella prima edizione era dal De S. attribuito al Bruno, conforme alla credenza allora comune; nella seconda, lascia in dubbio l’autore. Ma del Bruno non è di certo, e pare indubbio che sia del Tansillo, col cui nome si trova stampato e al quale il B. fa dire esplicitamente negli Eroici furori: «feci questo sonetto».—

p. 245: pel Campanella il De S. si valse del lavoro del D’Ancona: ora, dopo le ricerche dell’Amabile, non solamente la sua vita, ma anche T interpetrazione delle sue idee religioso-politiche, è alquanto mutata. — p. 246: il De investigatione (che non ci è pervenuto né fu pubblicato) non «successe», ma precedette di parecchi anni il De sensu rerum. —p. 248: inesatto che il Campanella conoscesse il Galilei a Firenze nel 1592, e che questi lo raccomandasse al granduca per la cattedra. — p. 263: Boterò e Parata, nati entrambi nel 1500: evidente errore di stampa: ho corretto: 1540. — p. 276: il Serra, in prigione perché complice del Campanella: cosi si credeva allora da tutti gli eruditi, e cosi diceva il Cantú, dal quale il De S. toglieva la notizia: ora si sa che stava in carcere sotto l’accusa (prò