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signori feudali. I nobili, a’ piedi del trono e co’ piedi sopra i vassalli. Altare e trono, appoggiati sul clero e sulla nobiltá : 11 era la liberta, 11 era il dritto; tutto il resto era poco o meno che cosa, e valeva assai poco. La fonte del dritto era nella concessione papale o sovrana : era investitura, privilegio, immunitá, esenzione. Le leggi erano un caos. Leggi romane, longobarde, canoniche, feudali, usi, costumanze. Un altro caos erano le imposte. Ce n’erano del papa, del clero, de’ baroni, del re, sotto molti nomi e molte forme. Che cosa era il popolo? Materia «laillable et corvéable á merci». Nessuna sicurezza per le proprietá e le persone, nessuna protezione nelle leggi, nessuna guarentigia nei giudizi, secrete le procedure, sproporzionate e arbitrarie le pene. Si può dire di quella vecchia societá quello che allora giá si diceva della proprietá feudale. Era «manomorta» l’uomo cosi immobilizzato, come la terra. La palude non era solo nel territorio, era nel cervello.

Dirimpetto a queste classi privilegiate, cristallizzate dal dommatismo, cioè a dire da un complesso d’idee ammesse per tradizione e fuori di ogni discussione, sorgeva lo scetticismo della borghesia, che tutto ponea in dubbio, di tutto facea discussione. La borghesia faceva in grandi proporzioni quello che prima compirono i comuni italiani. Era il «medio ceto», avvocati, medici, architetti, letterati, artisti, scienziati, professori prevalenti giá di coltura, che non si contentavano piú di rappresentanze nominali e volevano il loro posto nella societá. Non è giá che si affermassero anch’essi come classe e volessero privilegi. Volevano libertá per tutti, uguaglianza di dritti e doveri, parlavano in nome di tutto il popolo. Qui era il progresso. Ma nel fatto erano essi la classe predestinata, e in buona fede, parlando per tutti, lavoravano per sé. La loro arma di guerra era lo scetticismo. Alla fede e all’autoritá opponevano il dubbio e l’esame. Oggi è moda declamare contro lo scetticismo. Pure non dobbiamo dimenticare che di lá usci l’emancipazione del pensiero umano. Esso cancellò l’intolleranza religiosa, la credulitá scientifica e la servilitá politica.

20 — F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - il.