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che riassumevano innanzi alle moltitudini tutto il passato. «Libertá, uguaglianza, fraternitá umana» erano il verbo che riassumeva Tavvenire. Tutto il moto scientifico, dal secolo decimosesto in qua, aveva acquistata la semplicitá di un catechismo. La rivoluzione era giá nella mente.

Che cosa era la rivoluzione? Era il Rinnovamento che si scioglieva da ogni involucro classico e teologico, e acquistava coscienza di sé, si sentiva tempo moderno. Era il libero pensiero che si ribellava alla teologia. Era la natura che si ribellava alla forza occulta e cercava ne’ fatti la sua base. Era l’uomo che cercava nella sua natura i suoi dritti e il suo avvenire. Era una nuova forza, il popolo, che sorgeva sulle rovine del papato e dell’ impero. Era una nuova classe, la borghesia, che cercava il suo posto nella societá sulle rovine del clero e dell’aristocrazia. Era la nuova «carta», non venuta da concessioni divine o umane, ma trovata dall’uomo nel fondo della sua coscienza, e proclamata in quella immortale Dichiarazione de’ dritti dell’uomo . Era la libertá del pensiero, della parola, della proprietá e del lavoro, l’eguaglianza de’ dritti e de’ doveri. Era la fine de’ tempi divini ed eroici e feudali, il rivelarsi di quella «etá umana», cosi ammirabilmente descritta da Vico. Il medio evo finiva : cominciava l’evo moderno.

E che cosa era questa vecchia societá, soprapposta a tutto il resto? Ci era alla cima il papato assoluto e la monarchia assoluta, che si pretendevano amendue di dritto divino ed erano stampati sullo stesso modello. Il papato pretendea ancora al dominio universale, ma in parola e conscio della scemata possanza. Pur si facea valere mediante i gesuiti, e mantenea vigorosamente la sua influenza e la sua giurisdizione in tutti gli Stati. Come re, il papa governava in modi cosi assoluti come tutti i monarchi. L’assolutismo dominava in tutta Europa. Quello che era la corte romana al Cinquecento, erano allora tutte le corti : scostumatezza, dissipazione, ignoranza. I conventi, screditati, chiamati «covi del vizio», «asilo dell’ozio e dell’ ignoranza». Il clero, scemato di coltura e di riputazione, aumentato di numero e di ricchezza. I vescovi, adulatori in corte, tiranni nelle diocesi.