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Contro a questa coltura e contro a queste credenze venne ad urtare Cartesio. — La coltura non ha valore : del passato bisogna far tavola. Datemi materia e moto, ed io farò il mondo. Il vero te lo dá la scienza ed il senso.—Cosa diveniva l’erudizione di Vico, la fisica di Vico, la metafisica di Vico? cosa divenivano le «idee divine» di Platone? e il «simplicissimum» di Ficino cosa diveniva? e il dritto romano, la storia, la tradizione, la filologia, la poesia, la rettorica, non era piú buona a nulla? Nella violenta contraddizione Vico sviluppò le sue forze. Usci del vago e del comune : trovò un terreno, un problema, un avversario. La sua erudizione si spiritualizzava. La sua filosofia si concretava. E si compivano l’una nell’altra.

Giá non si perde negli accessori : vede e investe subito la dottrina avversaria nella sua base. Vuole atterrare Cartesio e con lo stesso colpo atterra tutta la nuova scienza, e non andando indietro, ma andando piú avanti. La sua confutazione di Cartesio è completa, è l’ultima parola della critica. Ma la sua critica non è solo negativa : è creatrice; la negazione si risolve in un’affermazione piú vasta, che tirasi appresso, come frammenti di veritá, le nuove dottrine, e le alloga, le mette a posto. La nuova scienza, la scienza degli uomini nuovi, trova nella Scienza nuova il suo limite, e perciò la sua veritá.

La nuova scienza, uscita da lotta religiosa e politica, è in uno stato di guerra contro il passato, e lo combatte sotto tutte le sue forme. La tradizione, l’autoritá, la fede è il suo nemico, e cerca riparo nella forza e nell’ indipendenza della ragione individuale : gli «universali», gli «enti», le «quidditá» lo infastidiscono della metafisica, e cerca la sua base nella psicologia, nella coscienza; il soprannaturale, il sopramondano offende il suo intelletto adulto, e vi oppone lo studio diretto della natura, la fisica nel suo senso piú generale, le scienze positive; al gergo scolastico cerca un antidoto nella precisione delle matematiche, nel metodo geometrico; ai misteri, alle cabale, alle scienze occulte, alle astrazioni oppone l’esperienza rischiarata dall’osservazione, la percezione chiara e distinta, l’evidenza della coscienza e del senso; alla societá in quello stato di