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clivinitade, procede questa monade, che è la natura, l’universo, il mondo dove [ella] si contempla e si specchia:

cioè dove s’intende ed è intelligibile.

Questa visione di Dio, privilegio dello spirito eroico, non ha nulla a fare col lume soprannaturale, con la fede o la grazia o l’estasi, o altro che dal di fuori piova nell’anima. Dio, fatto conoscibile nel mondo, diviene materia della cognizione; e l’anima effettua la sua unione con lui per un atto della sua energia, per intrinseca virtú. La visione è intellettiva, e il suo organo è la mente, dove Dio, o la veritá, si rivela, come «in propria e viva sede», a quelli che la cercano, «per forza del riformato intelletto e volontá», cioè per la scienza.

L’amore del divino, spinto sino al «furore eroico», lega Bruno co’ mistici. Il naturalismo letterario era pretto materialismo, che si sciolse nella licenza e nel cinismo, e mise capo in ozio idillico snervante, peggiore dell’ozio ascetico. Il naturalismo di Bruno era al contrario non il divino materializzato, ma la materia divinizzata. La materia in se stessa è volgare bestialitá : essa ha valore come divina. Il divino non è infuso o intrinseco, ma è insito e connaturato. Cercarlo ed effettuarlo è il degno scopo della vita. E non si rivela se non a quelli che lo cercano e lo conquistano col lavoro della mente, illuminata dall’amore eroico. Ciò distingue i vulgari da’ nobili spiriti. Molti sono i chiamati, pochi gli eletti. «Molti rimirano, pochi vedono.» Bruno parla spesso con tale unzione e con tale esaltazione mistica, che ti pare un Dante o un san Bonaventura.

Ma i mistici sono semplicemente contemplanti; dove per Bruno non è contemplazione nella quale non sia azione, e non è azione nella quale non sia contemplazione. La nuda contemplazione è ozio. Contemplare è operare. Si vede l’uomo che esce dal convento ed entra nella vita militante.

Folengo esce dal convento rinnegando Dio e sputando sul viso alla societá. In lui il secolo scettico e materialista ha la sua ultima espressione. Anche a Bruno abbonda la satira e l’ironia; anche in lui ci è un lato negativo e polemico, sviluppato con potenza e abbondanza d’immaginazione. Ma questo lato

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