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còlta nell’ immediato della sua esistenza, ma natura artefatta, lavorata e trasformata da un artista che ha fini e mezzi suoi; e l’artista è Armida, maestra di vezzi e di artifici, che crea intorno a sé una natura meretricia e voluttuosa. Questa forma testamentaria della natura classica è portata a un alto grado di perfezione da un poeta che a un sentimento musicale sviluppatissimo aggiungeva tutte le finezze dello spirito.

Abbiamo anche una selva incantata, cioè una selva artefatta, accomodata ad uno scopo a lei estraneo. L’incanto ne’ romanzi cavallereschi è cosi arbitrario come la natura, e non è altro che combinazione straordinaria di apparenze, che dèstino curiositá e maraviglia. Qui, come è concepito dal Tasso, l’incanto è ragionevole, e perciò intelligibile : è la natura rimaneggiata dall’arte e indirizzata ad uno scopo. Come il giardino e il palazzo incantato, cosi la selva incantata è opera di artista che l’atteggia a suo modo e secondo i suoi fini. Il concetto non è nuovo : è la nota selva delle false apparenze, la selva degli errori e delle passioni; ma l’esecuzione è originalissima, e ti offre il microcosmo del Tasso, il suo mondo elegiaco-idillico condensato e accentuato. Ci è li fuso insieme Erminia e Armida, Tancredi e Rinaldo, tutta l’anima poetica del Tasso, ciò che di piú tenero ha l’elegia e ciò che di piú molle ha l’idillio, ne’ loro accenti piú musicali.

Questo è il vero mondo poetico della Gerusalemme, un mondo musicale, figlio del sentimento, che dalla piú intima malinconia va digradando fino al piú molle e voluttuoso di ima natura meridionale. Ingegno napolitano, manca al Tasso la grazia e la vivezza toscana e la decisione e chiarezza lombarda cosi ammirabile nell’Ariosto; ma gli abbonda quel senso della musica e del canto, quel dolce fantasticare dell’anima tra le molli onde di una melodia malinconica insieme e voluttuosa, che trovi nelle popolazioni meridionali, sensibili e contemplative.

Questo mondo del sentimento è insieme il mondo dei «concetti». Come il Petrarca, cosi il Tasso è disposto meno a rinnovare un vecchio repertorio che ad abbigliarlo a nuovo. Dottissimo, la sua materia poetica è piena di reminiscenze, e non