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degli italiani in Roma e alla fine del potere temporale1. Nell’aprile del i87i annunziava all’editore: «Secondo il nostro contratto, rimarrebbero altre quaranta cartelle, ma ce ne saranno molto piú, e gratis, essendo l’eccesso tutto al mio peso... Naturalmente, tutta la letteratura moderna sará tema di un sol capitolo, proponendomi poi farne a mie spese un volume speciale»2. L’illusione è ormai dissipata: il De Sanctis sa di dovere strozzare la sua Storia per ragioni editoriali, non osando chiedere all’editore di ampliare ancora i due volumi a tre. Ed è dissipata anche l’illusione di avere scritto un libro pei licei: «Il compendio che tu volevi — soggiunge nella stessa lettera (dove l’intenzione consolatoria è accentuata dal passaggio dal «voi» dignitoso al «tu» familiare) — verrá dopo»; e, come se la promessa non bastasse, la puntellava con un aforisma: «Si può fare il compendio, quando ci è l’opera»3. Il lavoro per compiere il secondo volume durò ancora fino all’ottobre o novembre. Nell’estate i87i scriveva: «Per finire il mio lavoro mi bisognano per lo meno altre ottanta cartelle, e sono oltre il conteggiato, né io pretendo da voi nulla. Però, dovendo vivere, e costretto a fare altri lavori per supplire ai vostri duecento franchi che mi verrebbero a mancare, ho bisogno di piú tempo per ultimare il lavoro. Spero compiere tutto per settembre. Ho giá scritto altre venti cartelle: me ne restano sessanta. Per finirlo, mi contento di rimanere a Firenze sino a settembre, trovando in questa biblioteca tutte le comoditá per scrivere»4. E nel settembre, finalmente : «Sono giunto nel mio lavoro fino a Carlo Gozzi: spero di terminarlo per ottobre. Non posso lavorarci mai un mese intero, perché una parte debbo destinarla a qualche altro lavoro, che mi dia i duecento franchi di cui ho bisogno. Quest’altro lavoro non è che un lavoro speciale su qualche scrittore moderno, che poi abbrevio per la Storia. Cosi il mese scorso ho scritto per l’Antologia il Metastasio, e questo mese scriverò il Parini: è un materiale di cui mi servo per la Storia»5.

Questa cronaca, che ho tessuta su documenti, della composizione del libro, spiega non soltanto perché nell’opera del De Sanctis siano dedicate pochissime pagine, affatto sommarie, alla letteratura italiana del secolo decimonono, che in realtá rimase esclusa



  1. In questa edizione, ii, i02.
  2. Op. cit., ii, 248.
  3. Op. cit., ii, 248.
  4. Op. cit., ii, 248.
  5. Op. cit., ii, 249-50.