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36 storia della letteratura italiana


rende comico, cavandone la bizzarra concezione che ciò che si perde in terra si ritrova nell’altro mondo. Di qui il viaggio di Astolfo sull’ippogrifo nell’altro mondo, che è una vera parodia del viaggio dantesco. Il fumo e il puzzo gli impedisce di entrare nell’inferno; ma all’ingresso trova le prime peccatrici, punite, come Lidia, per la soverchia crudeltá verso gli amanti. È il concetto della Francesca da Rimini preso a rovescio e divenuto comico. Poi sale al paradiso terrestre, e in un bel palagio di gemme trova san Giovanni evangelista, Enoch ed Elia, che gli dánno alloggio in una stanza e provvedono di buona biada il suo cavallo, e a lui dánno frutti di tal sapore,


                                                   ch’a suo giudicio sanza
scusa non sono i duo primi parenti
se per quei fúr si poco ubbidienti.
     


Astolfo vi trova buon cibo, buon riposo e «tutt’i comodi». È il paradiso terrestre materializzato. Di lá, «uscito del letto», con san Giovanni ascende sulla luna. Qui la parodia prende forma satirica, senza fiele e in aria scherzosa. In un vallone è ammassato ciò che in terra si perde :


                                    Le lacrime e i sospiri degli amanti,
l’inutil tempo che si perde a giuoco,
e l’ozio lungo d’uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai loco,
i vani desidèri sono tanti,
che la piú parte ingombran di quel loco:
ciò che insomma qua giú perdesti mai,
lá su salendo ritrovar potrai.
     


Per comprendere questa ironia, bisogna ricordare che la luna era come un castello di Spagna o un castello in aria nelle idee popolari, e anche oggidí uno che vive nelle astrattezze si dice che «sta nel regno della luna». Lá si trova in varie ampolle un liquore sottile e molle, che è il senno che si perde in terra: