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xx - la nuova letteratura 383


Napoleone, e allora in nome della libertá cantò Napoleone; e in nome anche della libertá cantò poi il governo austriaco. Le massime eran sempre quelle, applicate a tutt’ i casi dal duttile ingegno. Il poeta faceva quello che i diplomatici. Erano le idee del tempo e si torcevano a tutti gli avvenimenti. I suoi versi suonano sempre «libertá», «giustizia», «patria», «virtú» «Italia». E non è tutto ipocrisia. Dotato di una ricca immaginazione, ivi le idee pigliano calore e forma, sí che facciano illusione a lui stesso e simulino realtá. Non aveva l’indipendenza sociale di Alfieri e non la virile moralitá di Parini: era un buon uomo che avrebbe voluto conciliare insieme idee vecchie e nuove, tutte le opinioni, e, dovendo pur scegliere, si tenea stretto alla maggioranza, e non gli piacea di fare il martire. Fu dunque il segretario dell’opinione dominante, il poeta del buon successo. Benefico, tollerante, sincero, buono amico, cortigiano piú per bisogno e per fiacchezza d’animo che per malignitá o perversitá d’indole, se si fosse ritratto nella veritá della sua natura, potea da lui uscire un poeta. Orazio è interessante, perché si dipinge qual è, scettico, cinico, poltrone, patriota senza pericolo, epicureo. Monti raffredda, perché sotto la magnificenza di Achille senti la meschinitá di Tersite, e piú alza la voce e piú piglia aria dantesca, piú ti lascia freddo. Ci è quel falso eroico, tutto di frase e d’ immagine, qualitá tradizionale della letteratura e caro ad un popolo fiacco e immaginoso, che aveva grandi le idee e piccolo il carattere. Monti era la sua personificazione, e nessuno fu piú applaudito. La natura gli aveva largito le piú alte qualitá dell’artista: forza, grazia, affetto, armonia, facilitá e brio di produzione. Aggiungi la piú consumata abilitá tecnica, un’assoluta padronanza della lingua e dell’elocuzione poetica. Ma erano forze vuote, macchine potenti prive d’impulso. Mancava la serietá di un contenuto profondamente meditato e sentito, mancava il carattere, che è l’impulso morale. Pure i suoi lavori, massime l’Iliade, saranno sempre utili a studiarvi i misteri dell’arte e le finezze dell’elocuzione. E la conclusione dello studio sará che non basta l’artista, quando manchi il poeta.