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xix - la nuova scienza 293


A Vico non basta porre le basi: mette mano alla costruzione. Se la storia ha la sua costanza scientifica, se è fatta dal pensiero, com’è fatta? qual è il suo processo di formazione? Che la storia sia una scienza, non era cosa nuova nella filosofia italiana. Alla storia formata dall’arbitrio divino e dal caso Machiavelli avea giá contrapposta la «forza delle cose», lo spirito della storia eterno e immutabile. L’«intelletto universale» di Bruno, la «ragione che governa il mondo» di Campanella rientrano nella stessa idea. Platone con le sue «idee divine» porgeva giá il filo a Vico. L’importante era di eseguire il problema, il cui dato era giá posto, era il trovar le leggi di questo spirito della storia, era il «probare per causas», il generare la storia come l’uomo genera le matematiche, il fare la storia della storia, ciò che era fare una scienza nuova. Di questa storia ideale egli «ritrova le guise dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana», cerca la base nella natura dell’uomo, doppio com’è, spirito e corpo. È una psicologia applicata alla storia. Stabilisce alcuni canoni psicologici, ch’egli chiama «degnitá», o «principi». Il concetto è questo: che l’uomo, come essere naturale, opera per istinti, sotto la pressura dei suoi bisogni, interessi e passioni; ma ivi appunto si sviluppa come essere pensante, come Mente, si che nelle sue opere piú grossolane e corpulente ce n’ è come un’ immagine velata, il sentore. La quale immagine si fa piú chiara, secondo che «la mente piú si spiega», insino a che il pensiero si manifesta nella sua propria forma, opera come riflessione o filosofia. Questo, che è il corso naturale della vita individuale, è anche il corso naturale e la storia di tutte le nazioni, quando non ci sia interruzione o deviazione per violenza di casi estrinseca, come fu per Numanzia oppressa nel suo fiorire da’ romani. Perciò nelle nazioni ci è tre etá : la divina, l’eroica e la umana. Precede lo stato selvaggio o di mera barbarie, dove l’uomo è servo del corpo e come una «fiera vagante nella gran selva della terra». La libertá è il «tenere in freno i moti della concupiscenza, che viene dal corpo, e dar loro altra direzione, che viene dalla mente ed è propria dell’uomo». Secondo che la mente si spiega, o si fa piú