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dire l’osservanza delle forme in disaccordo con la coscienza. Divenne regola di saviezza la dissimulazione e la falsitá nel linguaggio, ne’ costumi, nella vita pubblica e privata: immoralitá profonda, che toglieva ogni autoritá alla coscienza ed ogni dignitá alla vita. Le classi colte, incredule e scettiche, si rassegnarono a questa vita in maschera con la stessa facilitá che si acconciarono alla servitú e al dominio straniero. Quanto alle plebi, vegetavano, e fu cura e interesse de’ superiori lasciarle in quella beata stupiditá.

Non mancarono resistenze individuali. Molti uomini pii, e anche ecclesiastici, amarono meglio ardere su’ roghi o esulare che mentire alla coscienza. Intere famiglie abbandonarono l’Italia e portarono altrove le loro industrie. Uomini egregi di virtú e di scienza onorarono il paese natio scrivendo, predicando nella Svizzera, nell’Inghilterra, in Germania. Operosissimo fra tutti il Socino da Siena, da cui presero nome i sociniani. Il suo merito è di avere avuto della Riforma una coscienza assai piú chiara che non Lutero e non Calvino, facendo fede quanto l’intelletto italiano era innanzi in queste speculazioni. Perché il Socino, uscendo dalle quistioni parziali intorno a questo o a quel pronunziato teologico, sulle quali battagliavano Lutero, Filippo Melantone e Calvino, proclama la ragione sola competente, negando ogni elemento soprannaturale, e fa centro dell’universo l’uomo nel suo libero arbitrio, negando l’onniscienza divina e la predestinazione. Ci si vede subito l’italiano, il concittadino di Machiavelli.

A questi esempi e a questi martiri l’Italia rimaneva indifferente. Quistioni, che insanguinavano mezza Europa, non la toccavano. Ed erano quistioni, dalle quali, sciolte nell’uno o nell’altro modo, dipendeva l’avvenire della civiltá e la sorte delle nazioni. Rimase romana tutta la gente latina: Spagna, Francia, Italia. Ma in Francia e nella Spagna non fu se non dopo accanite persecuzioni, che resero indimenticabile il tribunale della Inquisizione e la giornata di san Bartolomeo. In quelle lotte lo spirito nazionale si ritemprò, e si svegliarono gl’intelletti; e il sentimento religioso, esaltato dagl’interessi