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xvi - pietro aretino 129


La Vostra Eccellenza ricerca da me qualche ciancia per farne ventaglio del caldo grande che arde questi di...

Pescare coll’amo del pensiero nel lago della memoria...

L’onestá di taluno s’ indora col mordente de l’altrui favore...

Il conio dell’affezione stampa nel cuore il nome saldo degli amici...

Seppellir la speranza nell’urna de le bugiarde promesse.


Questo stile fiorito o prezioso è traversato a quando a quando da lampi di genio : paragoni originali, immagini splendide, concetti nuovi e arditi, pennellate incisive; e trovi pure, quando è abbandonato a sé e non cerca l’effetto, veritá di sentimento e di colorito, come in questa lettera, cosi commovente nella sua semplicitá:


Le calze turchine e d’oro, che io con una di voi ho ricevuto, mi hanno tanto fatto lagrimare quanto mi son piaciute, perché la giovane che dovea goderle, la mattina che elle giunsero, si unse con l’olio santo, né vi posso scrivere altro per la compassione che io ne ho.


La dissoluzione del meccanismo letterario è una forma di scrivere piu vicina al parlare, libera da ogni preconcetto e immediata espressione di quel di dentro; uno stile ora fiorito ora prezioso, che sono le due forme della declinazione dell’arte e delle lettere: ecco ciò che significa Pietro Aretino come scrittore. La sua influenza non fu piccola. Aveva attorno secretari, allievi e imitatori della sua maniera, come il Franco, il Dolce, il Landi, il Doni e altri mestieranti. «Io vivo di kirieleison» — scrive il Doni. — «I miei libri sono scritti prima di esser composti, e letti prima di esser stampati.» La sua Libreria si legge ancora oggi per un certo brio e per curiose notizie.

Ma Pietro ha ancora una certa importanza come scrittor di commedie. C’era un mondo comico convenzionale, la cui base era Plauto e Terenzio, con accessorii cavati dalla vita plebea e volgare di quel tempo. La base erano equivoci, riconoscimenti, viluppi di accidenti, che tenessero viva la curiositá. Intorno vi si schieravano caratteri divenuti convenzionali : il parassito.


F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - ii.

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