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xvi - pietro aretino 121


vecchio, perché non è onesto. Si che merito scusa delle ciance, da me composte per vivere e non per malizia. Ma cosi vi spirasse Giesú a farmi contare da messer Sebastiano da Pesaro, dal quale ho ricevuto i trenta scudi che gli imponeste, il resto, ch’io debbo, come egli è il vero.


All’ultimo una stoccata, come si direbbe oggi. È una lettera tirata giú di un fiato da un genio infernale. Con che bonomia si beffa della pia donna, avendo aria di farne l’elogio! Con che cinismo proclama le sue speculazioni sulla libidine e sulla oscenitá umana, come fossero la cosa piu naturale di questo mondo! Specula pure sulla divozione, e con pari indifferenza scrive libri osceni e vite di santi, il Ragionamento della Nanna e la Vita di santa Caterina da Siena, la Cortigiana errante e la Vita di Cristo. E perché no, posto che traeva guadagno di qua e di lá? Scrisse di ogni materia e in ogni forma: dialoghi, romanzi, epopee, capitoli, commedie, e anche una tragedia, l’Orazia. Immagina quali eroi possono essere gli Orazi, quale eroina l’Orazia, e che specie di popolo romano può uscire dall’ immaginazione di Pietro. Pure è il solo lavoro che abbia intenzioni artistiche, fatto ch’era giá vecchio e sazio, e cupido piú di gloria che di danari. Gli riuscí una freddura, un mondo astratto e pedestre, di cui non comprese la semplicitá e la grandezza. Negli altri suoi lavori senti lui nella veritá della sua natura, dedito a piacere al suo pubblico, a interessarlo, a guadagnarselo, a fare effetto. Ci è innanzi a lui una specie di mercato morale : conosce qual è la merce piú richiesta, piú facile a spacciare e a piú caro prezzo. Si fa una coscienza e un’arte posticcia, variabile secondo i gusti del suo padrone, il pubblico. Perciò fu lo scrittore piú alla moda, piú popolare e meglio ricompensato. I suoi libri osceni sono il modello di un genere di letteratura, che sotto nome di «racconti galanti» invase l’Europa. L’oscenitá era una salsa molto ricercata in Italia dal Boccaccio in poi: qui è essa l’intingolo. Le vite di santi sono veri romanzi, dove ne sballa di ogni sorta, solleticando la natura fantastica e sentimentale delle pinzochere. Fabbro di versi assai grossolano, senti ne’ suoi sonetti e capitoli la bile