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e non abbia illusioni. E non basta. Si richiede anche la «discrezione» o il discernimento, perché è «grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente e, per dire cosi, per regola, perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione, e queste distinzioni e eccezioni non si trovano scritte in su’ libri, ma bisogna le insegni la discrezione». Il vero libro della vita è dunque «il libro della discrezione», a leggere il quale si richiede da natura «buono e perspicace occhio». La dottrina sola non basta, e non è bene «stare al giudicio di quelli che scrivono, e in ogni cosa volere vedere ognuno che scrive: cosi quello tempo che s’arebbe a mettere in speculare, si consuma in leggere libri con stracchezza d’animo e di corpo, in modo che l’ha quasi piú similitudine a una fatica di facchini che di dotti».

L’uomo positivo vede il mondo altro da quello che «a’ volgari» pare. Non crede agli astrologi, ai teologi, a’ filosofi e a tutti quelli che scrivono le cose sopra natura o che non si veggono, «e dicono mille pazzie» : perché in effetti gli uomini sono al buio delle cose, e questa indagazione ha servito e serve piú a esercitare gl’ ingegni che a trovare la veritá.

Questa base intellettuale è quella medesima del Machiavelli: l’esperienza e l’osservazione, il fatto e lo «speculare» o l’osservare. Né altro è il sistema. Il Guicciardini nega tutto quello che il Machiavelli nega, e in forma anche piú recisa; e ammette quello che il Machiavelli ammette. Ma è piú logico e piú conseguente. Poiché la base è il mondo com’ è, crede un’ illusione a volerlo riformare, e volergli dare le gambe di cavallo quando esso le ha di asino; e lo piglia com’ è, e vi si acconcia, e ne fa la sua regola e il suo istrumento. Conoscere non è mettere in atto. Ciò che è nella tua mente e nella tua coscienza non può essere di regola alla tua vita. Vivere è conoscere il mondo e voltarlo a benefizio tuo. Tienti bene con tutti, perché «gli uomini si riscontrano». Stai con chi vince, perché «te ne viene parte di lode e di premio». «Abbi appetito della roba», perché la ti dá riputazione, e la povertá è spregiata. Sii schietto, perché, «quando sia il caso di simulare, piú facilmente acquisti fede». Sii stretto nello spendere, perché «piú onore ti fa uno