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v - i misteri e le visioni 85


e mortifica d’ogni maniera, e le sue armi sono la contemplazione e la preghiera. Il maraviglioso di questa vita non è solo ne’ miracoli, ma in quella forza di volontá che trae l’uomo a vincere tutti gli affetti e le inclinazioni naturali, com’è in santo Alessio, il tipo piú commovente di questi cavalieri di Cristo. La creazione del mondo, il peccato originale, le profezie, la venuta di Cristo, la sua passione, morte e trasfigurazione, l’anticristo e il giudizio universale sono l’epopea, il fondo storico a cui si annodano tante vite di santi. E questa storia dell’umanitá era tutt’i giorni innanzi al popolo, nella predica, nella confessione, nella messa, nelle feste. La messa non è altro che una rappresentazione simbolica di questa storia, un vero dramma senza che ce ne sia l’intenzione, rappresentato dal prete e da’ fedeli. Ogni atto che fa il prete è pieno di significato, è rappresentazione mimica. La prima parte della messa è epica o narrativa; è il Verbum Dei, l’esposizione che comprende le profezie e il Vangelo e finisce con la predica. La seconda parte è drammatica, è l’azione, il sacrificium, l’adempimento delle profezie. La terza parte è lirica, come nelle risposte de’ fedeli (il coro) al prete o quando due cori si alternano nel canto, e negl’inni e nelle preghiere: ciò che ha luogo principalmente nella messa cantata. Aggiungi le immagini de’ santi e i fatti dell’antico e del nuovo Testamento in quelle cappelle, in quelle finestre variopinte, in quelle cupole; e quelle grandi ombre, e quelle moli restringentisi sempre piú e terminate da croci slanciate verso il cielo; ed avrai l’immagine e l’effetto musicale di questo stacco dalla terra, di questo volo dell’anima a Dio. Dopo l’evangelo, il predicatore talora, per fare piú effetto sull’immaginazione, esponeva la sua storia sotto forma di rappresentazione, come si fa in parte anche oggi ne’ quaresimali. I monaci e i preti rappresentavano il fatto, e il predicatore aggiungeva le sue spiegazioni e considerazioni. Era una rappresentazione liturgica, cioè legata al culto, parte del culto, detta «divozione» o «mistero». Di tal natura sono due «divozioni», che si rappresentavano il giovedí e il venerdi santo, e sono piuttosto due atti di una sola rappresentazione che due rappresentazioni