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xii - il cinquecento 407


Questa letteratura comica o negativa si sviluppa in modo prodigioso. Accanto a’ capitoli e a’ romanzi moltiplicano le novelle. Il cantastorie diviene l’eroe della borghesia. E tutti hanno innanzi lo stesso vangelo, il Decamerone. Il petrarchismo era una poesia di transizione, che in questo secolo è un cosi strano anacronismo come l’imitazione di Virgilio o di Cicerone. Ma il Decamerone portava giá ne’ suoi fianchi tutta questa letteratura: era il germe che produsse il Sacchetti, il Pulci, Lorenzo, il Berni, l’Ariosto e tutti gli altri.

Quasi ogni centro d’Italia ha il suo Decamerone. Masuccio recita le sue novelle a Salerno, il Molza scrive a Roma il suo decamerone, e il Lasca le sue Cene a Firenze, e il Giraldi a Ferrara i suoi Ecatommiti o cento favole, e Antonio Mariconda a Napoli le sue Tre giornate, e Sabadino a Bologna le sue Porretane, e quattordici novelle scrive il milanese Ortensio Lando, e Francesco Straparola scrive in Venezia le sue Tredici piacevoli notti, e Matteo Bandello il suo novelliere, e le sue diciassette novelle il Parabosco. A Roma si stampano le novelle del Cadamosto da Lodi e di monsignor Brevio da Venezia. A Mantova si pubblicano le novelle di Ascanio de’ Mori mantovano; e a Venezia escono in luce le Sei giornate di Sebastiano Erizzo gentiluomo veneziano, e le dugento novelle di Celio Malespini, gentiluomo fiorentino; e i Giunti a Firenze pubblicano i Trattenimenti di Scipione Bargagli. Aggiungi la Giulietta di Luigi da Porto vicentino, e l’Eloquenza, attribuita a Speron Speroni.

Tutti questi scrittori, dal quattrocentista Masuccio sino al Bargagli che tocca il Seicento, si professano discepoli e imitatori del Boccaccio. Chi se ne appropria lo spirito, e chi le invenzioni anche e la maniera. I toscani, presso i quali il Boccaccio è di casa, scrivono con piú libertá, e ci hanno una grazia e gentilezza di dire loro propria, che copre la grossolanitá de’ sentimenti e de’ concetti: tale è il Lasca e il Firenzuola nelle novelle inserite ne’ suoi Discorsi degli animali e nel suo Asino d’oro. Gli altri procedono piú timidi e riescono pesanti, come il Giraldi e il Brevio e il Bargagli, o scorretti e trascurati, come il Parabosco o lo Straparola o il Cadamosto. Il linguaggio è