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ix - il «decamerone» 275

non creduto e non combattuto, ozioso, senza alcuna efficacia sui sentimenti e sulle azioni.

In questa condizione degli spiriti, la coltura dovea avere un effetto deleterio. La parte leggendaria, fantastica, miracolosa di quel mondo dovea parere a quegl’ingegni cosí svegliati cosa cosí poco seria come le prediche dei frati contraddette dalla vita. Sparisce quel candore infantile di fede anche nelle cose piú assurde, che tanto ci alletta negli scrittori antecedenti. Le classi colte cominciano a separarsi dalla plebe e a prendersi spasso della sua credulitá. Esser credente era prima un titolo di gloria de’ piú forti ingegni; essere incredulo diviene ora indizio di animo colto.

D’altra parte la maggiore coltura, generando un piú vivo sentimento della natura e dell’uomo, dovea affrettare la rovina di un mondo cosí astratto e cosí estrinseco alla vita. Il reale, disconosciuto, dovea prender la sua rivincita; la natura, troppo compressa, dovea reagire a sua volta. Cosí di rincontro a quello spiritualismo esagerato sorgeva una reazione inevitabile: il naturalismo e il realismo nella vita pratica.

Indi è che la coltura, in luogo di calare in quel mondo e modificarlo e trasformarlo o riabilitarlo nella coscienza, come fu piú tardi in Germania, si collocò addirittura fuori di esso; e, lasciata la coscienza vuota, impiegò la sua attivitá ne’ piaceri dell’erudizione e dell’arte.

Cosí quel mondo si trovò fuori della coscienza, senza lotta intellettuale, anzi rimanendo ozioso padrone dell’intelletto. Ci erano anche allora i liberi pensatori, soprattutto ne’ conventi; ma erano sforzi isolati, scuciti. Una lotta piú seria era stata iniziata da’ ghibellini; ma la rotta di Benevento e il trionfo durevole de’ guelfi avea posto fine alla discussione e all’esame. Gli uomini amavano meglio scoprire e postillare manoscritti, e nelle cose di fede lasciar dire il papa e vivere a modo loro.

Questo fu il naturale effetto della vittoria guelfa. Finirono le lotte e le discussioni; successe l’indifferenza religiosa e politica, fra tanto fiorire di coltura, di erudizione, di arte, di commerci e d’industrie. Ci erano tutti i segni di un grande