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100 | storia della letteratura italiana |
la storia, o come si diceva la «commedia dell’anima», la quale non potea giungere a redimersi dall’umanitá, dal corpo, dalla carne, dall’inferno, se non con la penitenza, purificandosi e purgandosi, e cosí contrita e confessa, diveniva leggiera, saliva al cielo. Questa Commedia spirituale dell’anima, di cui ho voluto dare un sunto possibilmente esatto, è il codice di quel secolo, il contenuto astratto e generale, particolarizzato nelle vite, nelle leggende, ne’ trattati e nella lirica. Spiritus intus alit. Lo spirito che alita per entro a quelle prose e a quelle poesie è la «commedia dell’anima».
Ma in tante prose e in tante poesie non ci è ancora un vero lavoro d’individuazione e di formazione. Il contenuto rimane nella sua astratta semplicitá, innominato e impersonale, l’anima. Essendo il suo fondamento la contemplazione e non l’azione, o un’azione negativa, la resistenza agl’istinti e agli affetti naturali, non penetra nella vita, non ne assume tutte le forme, non diventa la societá. Certo, quell’azione negativa è molto poetica, è il sublime religioso, e tocca il cuore quando è rappresentata con semplicitá e unzione. Ma, in questo contrasto tra il sentimento religioso e la natura, ciò che move piú è il grido della natura, come ne’ lamenti della madre di santo Alessio o di santa Eugenia, o nel dolore d’Isacco nel Sacrifizio di Abraam, che all’annunzio della sua morte chiama la madre:
O santa Sara, madre di pietade, |
Quantunque questo non sia che uno de’ lati piú angusti e litari della vita umana, cosí ricca e varia ne’ suoi aspetti, pure offre contrasti e gradazioni che lo rendono capacissimo