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di fantasia: l’ozio non è solo padre de’ vizii, ma è padre de’ sogni. Le forme perdono i contorni; i concetti e i desiderii, confusi il limite e il tempo, divagano come raggi non piú attratti dal centro. Fenomeno che talora si manifesta nel carcere solitario o nella febbre, e spiega le estasi monacali e le stravaganze del misticismo e dello spiritualismo ridotto a spiritismo.

L’ideale è proprio della vita iniziale, ne’ popoli e negl’individui ancor giovani; e allora è segno di forza. Le vive immaginazioni prenunziano le grandi azioni. L’anima giovinetta, nuova ancora della vita, la circonda di tutti i tesori della sua fresca immaginazione, impaziente di possederla e di goderla. E l’etá rappresentata da Giacomo Leopardi con l’angoscia di sentirsene lontano per sempre.

L’immaginazione giovanile esprime sovrabbondanza di forza, a cui manca ancora un campo adeguato, ma che confida di trovarlo: onde l’audacia e la credulitá, le due qualitá cosí amabili della gioventú. Gli è un po’ come del fanciullo, i cui moti incomposti e vivaci sono il primo apparire della forza, allegra e inconsapevole.

Come si va innanzi negli anni, con la misura della nostra forza sorge neU’anima la misura dell’ideale. E ideate misurato, è ideale ammazzato. L’uomo allora, l’uomo forte, vuole ciò che può, e caccia via da sé il mondo de’ sogni e de’ desiderii. Achille lascia Sciro e prende possesso della vita. L’uomo volge le spalle alla giovinezza ed entra nella virilitá. L’ideale, cacciato dal cielo, si fa umano, e conquista il limite, diviene forma a contorni determinati e chiari, diviene il reale. E questo è ciò che vede il grande uomo, questo desidera e questo conquista.

Nella favola di Achille in Sciro, di Telemaco e Calipso, di Enea e Didone, l’antichitá rappresentò questo passaggio alla virilitá, della quale sentiva cosí altamente il prezzo. Oggi, al contrario, grazie alle nuove teorie, è sorta un’adorazione postuma della giovinezza, un desiderio sconsolato di quelle illusioni, un lamento funebre dell’ideale collocato a rovescio, vale a dire dietro le spalle, ed una simulazione rettorica, chiamata