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viii. situazioni petrarchesche i65


eccellenze del viso di Laura, le trecce bionde, il collo di latte e le guance infocate (canz. XII). Il buon Muratori, ponendo questa canzone in risguardo con la seguente, dice timidamente: — Vale meno, se mal non m’appongo — ; tanto è incerto il giudizio, quando ha per base la parte tecnica! Fra queste due canzoni corre quella differenza che è tra il mediocre e l’eccellente. Perché la canzone decimaterza soprastá di tanto? Perché ivi tutto è in atto nel momento della produzione, perché i fenomeni non sono pezzi anatomici, sciolto giá l’organismo e senza vita; ma voi li vedete, se posso dir cosí, nell’atto del parto, con tutti i dolori e le gioje che li accompagnano. Lá assottiglia, carica e fraseggia; qui è semplice, sobrio ed efficace: e senza sforzo, anzi senza coscienza, ottiene i maggiori effetti poetici. Il che gli vien fatto, perché nelle situazioni tenere, in questi strazii di volontá, che sono nella sua natura, ci è nel suo cuore e nella sua mente quel «qualche cosa» di cui parlava Andrea Chénier. In questi casi l’intimo commovimento genera la frase, ed è questo che chiamiamo il vero nell’arte. Onde avviene che, posta la stessa abilitá tecnica, due poesie dello stesso poeta possono essere tanto distanti fra loro, quanto il vero dal falso, quanto è il Petrarca acuto, ornato, rettorico, manierato, dal Petrarca semplice e grande.

Di questa semplicitá nella grandezza il monumento piú saldo è la canzone:

                                         Chiare, fresche e dolci acque.1      


  1.                                          Chiare, fresche e dolci acque.
    Ove le belle membra
    Pose colei che sola a me par donna;
    Gentil ramo, ove piacque
    (Con sospir mi rimembra)
    A lei di fare al bel fianco colonna;
    Erba e fior, che la gonna
    Leggiadra ricoverse
    Con l’angelico seno;
    Aer sacro sereno,
    Ov’Amor co’ begli occhi il cor m’aperse:
    Date udienza insieme
    Alle dolenti mie parole estreme.