![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
70 | saggi critici |
Pensi tu sempre qui bene operando Di dover l’alta grazia possedere? Non sa’ tu che tu hai di lassú bando Per non saperti nel ben mantenere? E questo vuol la tua ribellione Che stii qui sempre in gran confusione. |
Se la sua mente è confusa, se non comprende il decreto di Dio, la cagione il romito la reca al suo atto di presunzione e di ribellione, perché, in luogo di star contento a fare il bene e non cercare altro, egli ha voluto sapere ciò che non gli si apparteneva.
Il concetto è dunque che l’uomo non dee investigare, ma credere, e che quanto piú vuole ragionare, piú gli manca la fede. «Cercare il destinato», gustare del frutto proibito dell’albero della scienza, questo è il peccato dell’intelletto.
Ma questo peccato ha origine in un vizio della volontá. Ed è quel voler fare il bene, non perché bene, ma perché te ne vene la ricompensa. Onde nasce che l’anima non s’acqueta nelle buone opere, ma rimane inquieta e curiosa, almanaccando intorno al suo avvenire.
Fare il bene per la ricompensa che te ne viene, o, come si diceva allora, pei salvarsi l’anima, è il concetto volgare, espresso nella licenza, dove si conchiude che dobbiamo operare virtuosamente e raffrenare la carne «per acquistare la nostra salute». E fu questo il motivo che spinse il giovane a lasciare i parenti e andare a servizio di Dio nel deserto. Il padre, volendo dargli maglie, dice:
E sai che il matrimonio è sacramento E larga via che mena a salvamento. |
||
Ma bisogna esser ben prudente e sperto Chi sta nel mondo a non si maculare. |