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58 | saggi critici |
Ond’è che avendo giá la carne stanca Per la vecchiezza, e la mente si pronta Che mai vorrei da tal peso esser franca, Perché se l’una sai, l’altra dismonta, L’alta grazia di Dio che mai non manca A chiunque a essa volentier s’affronta Diede in aiuto alla stanchezza mia Costui che sol di servirmi desia. Io non posso si presto comandare, Ch’ei non sia molto piú a ubbidire, Né mai lo vidi in caso alcun crucciare, Né solo una parola vana dire, E sta si desto in quel che debbe fare Che mai dir posso il vedessi fallire, Onde di certo pel soccorso mio Per sua bontá me l’ha mandato Iddio. |
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Il Monaco |
come se venisse di fuora. va al Padre santo e dopo l’atto di riverenza dice cosí: |
Deh! piacciavi oggi, o dolce padre caro, In qualche opera buona esercitarmi, Che tanto piú a ubbidirvi imparo. Quanto piú pronto siete a comandarmi. Orsú, che in ozio star m’è tanto amaro. Che il far piú dolce è assai che il posarmi: E il comandare spesso al servitore Segno esser suol di buono e grande amore. |
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Il Santo Padre |
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Dolce figliuolo, il tuo servigio è stato Si grato sempre a me nel mio cospetto, Che ogni ora piú ne resto consolato. Sii dunque, figlio, da me benedetto, Va pure, e oggi come sei usato, Metterai quanto bisogna in assetto. Si che quando io tornerò da orare, I’ posso un poco il corpo sostentare. |