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un dramma claustrale | 5i |
Il padre, te, la roba abbandonare Per servir sempre a Dio con almo retto. E mentre ch’io pensava questo lare. Fu il cor per voi di gran dolor costretto, li qual si partirá, pur che io senti Che siate a quanto io ho detto contenti. |
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La Madre |
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Dolente lassa! io sento in questo punto Stringere piú da grave doglia il core Che se or fussi, o fígliuol mio, defunto. Deh! dimmi un poco, è questo il grande amore Col qual tu debbi a noi esser congiunto? Or da’ ci tu ragion di tal dolore. Non hai tu pietá alcuna di tuo padre, O di me lassa, tua misera madre? È questo il premio o il ristoro o il merito Della spesa e fatica e molta cura Sempre ho avuto di te giá nel preterito? Hai tu la mente tua si aspra e dura, Che con tanta empietá paghi tal debito? Certo ti mostri ingrato oltre misura. Però, muta concetto e sii contento Di non ci dare si acerbo tormento. Tu di che in te la ragion vince il senso, Onde t’allegri; e questo in me non pare; Perché quand’io ben riguardando penso Che vogli padre e madre abbandonare, Mi pare il tuo errore essere immenso: Perché tenuto sei quegli onorare, Come comanda Iddio, e tu gli offendi, Si che il contrario del dovere intendi. |
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Il Padre |
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Buon di: che vuol dir questo? e che contesa Avete voi che siete si turbati? E tu, o donna mia, chi t’ha offesa, Che hai del pianto i tuoi occhi bagnati? |