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che l’uomo se ne avveda; sicché, in ultimo, Gervasia, paragonando il suo primo stato coll’abisso nel quale è caduta, scoppia in un riso folle, e talora se la prende col buon Dio.

Diamo un esempio di questa evoluzione.

L’unitá del racconto è l’Assommoir, la bottega dei liquori spiritosi, la cloaca massima da cui derivano tutte le lordure. È lá che Lantier preparava l’abbandono della compagna. È lá che Coupeau tra i cattivi compagni dichiarava il suo affetto a Gervasia. £ lá che Coupeau, deturpato dal vino, fu ucciso dall’acquavite. È lá che Lantier conduceva le sue vittime, che egli chiamava amici. Lá, in quel ritrovo di oziosi, vivaio di ladri e di assassini. Questa è la sala di papá Colombo, che la prima volta si offerse alla vista di Gervasia, la quale presentiva colá la rivalitá di una donna e il tradimento dell’uomo. Un sabato Coupeau promette a Gervasia di condurla seco a teatro, e far la cena assieme. Il danaro della settimana voleva spenderlo cosí, e Gervasia, giá decaduta, non trova nulla a dire. Aspetta, aspetta. E Coupeau non viene. E la fame le tortura lo stomaco: non regge piú. Piove a dirotta. E cosa importa? Ella pensa: — All’Assommoir deve stare costui — . E giunge all’Assommoir ed è lí per spingere l’uscio. Ma pensa: — Cosa diranno di me? Una donna in questo luogo! — E si ritrae. Ma piove, piove. E torna e si ritrae, finché non può piú e trova subito il sofisma per coonestare: — Infine, sono una moglie che cerca, il marito — . Entra e trova Coupeau in un cerchio di ebbri. Ebbro lui per il primo. Lascio gli sfoghi, i motti, le allusioni. Coupeau dice infine: — Bevi un po’; un goccetto ti sazia la fame — . Prega di qua, spingi di lá, Gervasia beve l’anisetta di Coupeau come beveva l’anisetta materna. E se ne sente confortare, e vede portarsi in giro un liquore che sembrava oro, e la macchina che le stava alle spalle le infiamma i nervi, la ubbriaca prima di bere. Beve, e poi beve, e poi beve; ella è giá ebbra tra ebbri. Povera Gervasia! Aveva istinti, non aveva qualitá, non aveva forza di resistenza.

Questo processo evolutivo, condotto con una coerenza ed una costanza unica, desta la nostra ammirazione.