Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/297


zola e l’«assommoir» 29i


pensiero sottile e scolastico, e si rituffa nelle onde della natura, e riacquista le forze della vita, la facoltá di godere, la potenza di amare, e di forma in forma ritrova la smarrita, ritrova Margherita.

E cos’è Margherita? È la vita nella sua primavera, nella sua ingenuitá, nella sua ignoranza, nella sua freschezza. Si, noi vogliamo vedere il cammino ascendente delle forme verso l’umanitá nel suo pieno ideale, o il cammino discendente quando la malattia si rivela, e le forme, come nell’inferno dantesco, vanno digradando sino all’ultima dissoluzione. Questo è il processo evolutivo. (applausi)

E le forme, quali sono le forme di quest’arte nuova? Non piú categorie físse, non piú forme semplici, eleganti e comiche. Le forme sono quali sono le cose; le lingue dotte, le lingue comuni, trattate dall’arte e quasi esaurite, sentono anch’esse il bisogno di ritemprarsi nelle lingue del popolo, piú vicino alla natura, che ha passioni piú vive, che ha impressioni immediate, e che deriva il suo linguaggio non dalle regole, ma dalle sue impressioni. L’artista cercherá e si approprierá tutto quel tesoro d’immagini, di movenze, di proverbi, di sentenze, tutta quella maniera accorciata, viva, spigliata, rapida, ch’è nei dialetti.

Torniamo ora a Zola. Cosa è il suo Assommoir? È una evoluzione a rovescio, dall’uomo all’animale, dall’ideale umano di Gervasia sino all’idiotismo, alla intelligenza cristallizzata, all’essere morale demolito, all’essere fisico incadaverito. Questo non è giá materia di immaginazione; è materia reale. Stanno li, in Parigi, questi esseri disumanati, in quella cittá che «marche á la tè te de la ciihlisation». E di simili ne trovate in tutti i centri civili; due terzi dell’umanitá sono piú o meno in questo stato. E quali sono i motori di questa materia? Sono un complesso d’influenze che hanno formato quell’ambiente, e che hanno formato Gervasia. Il processo è schiettamente evolutivo, e ci piace tanto il vedere, con quale acuto senso del reale, con quanta esattezza di osservazione scientifica sono colti tutti i passaggi di una decadenza lenta ed inconscia, che trasforma l’uomo morale come la natura trasforma l’uomo fisico, senza