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prima vita, da cui sorgono gli stessi fenomeni psichici, e la cui azione collettiva forma l’ambiente storico. Naturalmente, come avviene ad ogni novatore, egli fa di questa prima vita la base e l’ordito di tutto il suo universo, e si abitua a guardare tutto con l’occhio medico. Di qui una certa esagerazione e un certo artificio di costruzione. Sono combinazioni intellettuali, che si liquefanno innanzi al calore dell’artista, quando entra nel vivo della rappresentazione, romanzo per romanzo. E allora, tirato dal vero o ispirato dall’argomento, ti fa una critica compiuta dei suoi personaggi a base ereditaria. E trovi tutti gli elementi che concorrono alla formazione di questo o quell’individuo, gl’istinti ereditarii, l’educazione, i contatti, l’ambiente sociale, che sono come tanti strati e formazioni successive, il cui risultato è la psiche o il carattere, l’essere cosí o cosí. Il suo romanzo è dunque uno studio piú acuto e piú compiuto dell’uomo, a base fisiologica. Non è una negazione o diversione; è un progresso artistico corrispondente al progresso scientifico, che ha reso scienza l’antropologia e la pedagogia. E il progresso artistico è anche in questo, che essendo lo studio dell’uomo piú compiuto e vicino alla scienza, quel po’ d’ideale che si notava negli studii imperfetti dei romanzi passati, e che erano scappate di una immaginazione non ancora disciplinata da abitudini scientifiche, si trova ora naturalmente consumato e assorbito.

Prendiamo un esempio. La Lucia del Manzoni ha la bontá di Agnese, sua mamma. Ma la bontá di Agnese in quel suo ambiente contadinesco diviene volgare, e si collega a qualitá conformi, la curiositá, la vanitá, una certa dissimulazione, una certa rilassatezza di sentimenti morali. In Lucia si sente l’azione di padre Cristoforo, e la sua bontá è raffinata da’ sentimenti religiosi, collegata con qualitá superiori alla sua condizione e alla sua coltura. Fin qui si comprende Lucia. Ma l’artista che ha innanzi fini ideali religiosi, e malgrado il suo realismo porta nelle ossa anche lui l’ereditá rettorica del passato, come in certi punti fa di padre Cristoforo una caricatura di costruzione ideale, fa di Lucia un modello, e mentre brucia incenso alla santa, dimentica la donna, a cui dá una delicatezza di sentimenti e una