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STUDIO SOPRA EMILIO ZOLA1

I

La corruzione politica.


Emilio Zola è il pittore inesorabile di quella vasta corruzione francese, che, larvata sotto il regno di Luigi Filippo, si snudò il seno sfacciatamente sotto l’Impero.

Nessun regno prometteva cosí bene di sé, come quello di Luigi Filippo. Re colto e intelligente, educato dalla sventura, circondato di uomini illustri, portato sugli scudi dalla parte piú eletta della nazione. Il suo sogno fu «le just e milieu», un partito moderato lontano dagli estremi, in bilico tra legittimisti e repubblicani. Dopo il primo va e vieni, il regno borghese e a suffragio ristretto prese quella forma, e di quella visse e di quella mori. Quando l’un estremo ingrossava e minacciava, si facevano certe concessioni «prò forma», e udivi fieri discorsi sulla politica estera, magnifiche frasi sulla Polonia, impetuose tirate contro i gesuiti, e si restituiva la patria alle ceneri di Bonaparte. Queste concezioni non erano aurora di nessun nuovo sistema, erano parentesi, presto chiuse, e ricominciava il solito



  1. Gli articoli su Emilio Zola vennero pubblicati nei numeri 175, 198, 220, 236, 253, 267, 300, 308, 338, 340 e 351, anno XVI, del giornale «Roma», di cui il prof. De Sanctis è collaboratore letterario.