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l’uomo del guicciardini i7


Ma altro è desiderare, altro è fare. Il nostro uomo farebbe, se potesse far solo, ma lo sgomenta «la compagnia de’ pazzi e de’ maligni». Molti, è vero, gridano libertá, ma «in quasi tutti prepondera il rispetto dell’interesse suo». Essendo il mondo fatto cosí, e dovendo l’uomo savio pigliare il mondo «com’è e non come dovrebbe essere», la scienza e l’arte della vita è posta in saper condursi di guisa che non te ne venga danno, anzi la maggiore comoditá possibile. «Conoscere non è mettere in atto.» Pensa come vuoi, ma fa’ come ti torna.

Perciò la principal mira del nostro savio è di procurarsi e mantenersi riputazione, perché allora «tutti ti corrono dietro»; e quando non si stima l’onore, quando manca questo «stimolo ardente, sono morte e vane le azioni degli uomini». E non c’è cosa, benché «minima», che non si debba lare, chi vuole acquistarsi riputazione. Quantunque «sapere sonare, ballare, cantare, e simili leggiadrie,... scrivere bene, sapere cavalcare, sapere vestire accomodato pare che diano agli uomini piú presto ornamento che sostanza»; pure è bene averne cura, perché «questi ornamenti danno degnitá e riputazione agli uomini etiam bene qualificati..., e aprono la via al favore de’ principi, e sono talvolta principio e cagione di grande profitto e esaltazione». Il nostro savio non è uno stoico, né un cinico; anzi è piuttosto un amabile epicureo. Si guarda d’ingiuriare e di offendere, e, quando vi sia sforzato, fa quello solo che necessitá o utilitá vuole. Fa volentieri il bene, non perché ne attenda cambio, essendo gli uomini «facilissimi a dimenticare i benefizi:», ma perché gli cresce riputazione. È largo di «cerimonie» e di lusinghe e di «promesse generali», perché ne acquista grazia presso gli uomini, quando pure le buone parole non sieno seguite da’ buoni fatti. Si studia di tenersi bene co’ fratelli, co’ parenti, co’ principi, di procacciarsi amici, di non farsi nemici, ché «gli uomini si riscontrano», e te ne può venir male. Procura di trovarsi sempre «con chi vince»: perché glie ne viene parte di lode e di premio. Ha «appetito della roba», non per godere di quella, che sarebbe cosa bassa, ma perché gli dá riputazione e la povertá è spregiata. È persona