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di una stretta logica nella genesi o nello sviluppo delle cose. Perciò le matematiche, che sono pure di questi sentimenti, hanno un valore generalmente riconosciuto. Piú i sentimenti operano nelle scienze, e piú le dispute aumentano.

Accanto a questa conoscenza dell’essere ci è nell’anima un’altra conoscenza che non dá nessun contenuto dell’essere, ma lo circonda di una infinitá di relazioni, e nascono forme che hanno origine nell’anima, e sono in intimo legame con l’essere e che per una naturale illusione sembrano essere anch’esse, anzi esse il vero essere.

Le forme di relazione non rappresentano alcun essere, e nella loro purezza sono vuote di ogni contenuto esistente; ma perché si possono applicare a ciascun contenuto e vi sono strettamente legate, queste forme di relazione si confondono e nell’apparenza volgare e nell’illusione scientifica col concetto dell’essere. E perché ricevono in sé i piú opposti oggetti, e lo stesso oggetto segnano con le piú opposte determinazioni, nasce la contraddizione. Le antinomie di Kant e le contraddizioni di Hegel nascono appunto da questa confusione tra le relazioni e il concetto dell’essere.

Le forme di relazione non nascono le une dalle altre, sono suggerite dall’esperienza, secondo che a poco a poco si manifestano nella lingua dei popoli colti, sotto forma di avverbi, preposizioni, congiunzioni. Tali sono il «non», «l’e», e l’«o»: l’eguale, il numero e il tutto; il tutto e la parte; causa e effetto: sostanza e accidente; l’essenza e l’inessenziale, la forma e il contenuto, il di fuori e il di dentro.

Queste forme per applicarsi hanno bisogno di piú oggetti, almeno di due. Perciò non sono rappresentazioni di alcun oggetto. Un oggetto che riceva una di queste forme, può ricevere l’opposta, e può essere secondo le relazioni vicino o lontano, giovine o vecchio, rimanendo nel suo essere sempre quello. La relazione dunque non attinge l’essere, e male si confonde con quello. Lo stesso oggetto può essere ora tutto, ora parte, ora causa, ora effetto. La parte può ritornare tutto, l’effetto può ritornare causa, l’accidente può ritornare sostanza, e cosí via