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l’uomo del guicciardini 9

prosperitá: l’impero, il papato, la libertá comunale, la grandezza feudale; sicché, mentre mandava cosí vivi splendori, la societá politicamente e moralmente era sciolta. Cosi fu a’ tempi di Pericle, e nel secolo di Augusto e in quello di Luigi XIV. Mancati all’Italia tutti gli stimoli spirituali di cui era pur conseguenza quel suo ultimo fiore di civiltá, in breve appassí anche questo, rimasta sola forza motrice degli uomini gli interessi materiali. Mancarono al papato, al Comune, al principe tutti gli alti fini, per i quali si appassionano e vengono grandi i popoli: la tempra nazionale s’infiacchí e si abbassò il carattere. E cosí mancarono insieme tutte le virtú della forza, l’iniziativa, la generositá, il sacrificio,; il patriottismo, la tenacitá, la disciplina; e vennero su le qualitá proprie della fiacchezza morale accompagnata con la maggior coltura e svegliatezza dello spirito, la dissimulazione, la malizia, la doppiezza, quello stare in sull’ambiguo e tenersi nel mezzo e lasciarsi dietro l’uscita, la prudenza e la pazienza. Le teorie, i principii, le istituzioni erano pur sempre quelle, accettate nella parte esteriore, meccanica e letterale, magnificate nei discorsi pubblici, divenute un linguaggio di convenzione in casa ed in piazza, e negate e contraddette nella pratica; ipocrisia abituale anche ne’ piú noti per la libertá del pensiero. Mancava la forza e di accettare con sinceritá e di negare con audacia, divenuta la vita una bassa commedia, tutti consapevoli. Come contrapposto o protesta di una societá non rassegnata ancora a morire, appunto in questi tempi d’infiacchimento abbondarono i grandi individui, patrioti fortissimi, pensatori arditi, riformatori saldi sino al martirio, cittá eroiche, fatti ammirati e non imitati, rimasti solitarii e di poca o nessuna efficacia nella moltitudine. Né bastò la presenza dello straniero nel paese, e le offese alle sostanze, alla vita, all’onore, che pur rendono arditi i piú vili, a destare in quei popoli una favilla di risentimento e di vergogna; anzi li svigorí affatto quello spettacolo inusitato di selvaggia energia. Come si fa ne’ grandi mali e nelle improvvise catastrofi, tutti si abbandonarono dell’animo, ogni vincolo si sciolse, ciascuno provvide a sé stesso, non pensando a’ vicini, anzi pensando a