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i30 | saggi critici |
ma di ridurle nella misura del vero. Parini apparisce men grande, e perciò è veramente grande, è un eroe senza saperlo, e confuso modestamente nella folla. Una virtú singolare, che faccia stacco, ti dá noja, come quella di Aristide; ed è insopportabile l’uomo virtuoso, che predichi e gonfi la sua virtú. Il piú piccol segno di orgoglio o di enfasi scema l’effetto, appunto perché lo cerca. La profonda impressione che fa quest’ode nasce dalla perfetta misura ne’ sentimenti e nelle parole. Colui che lo leva di terra, non è uno stacciato demone tentatore, come la Fortuna di Guidi, non è il vigliacco idealizzato, per fare antitesi; anzi è lui pure un uomo virtuoso, compassionevole alla sventura, riverente estimatore dell’ingegno e della virtú, spregiatore di mondane pompe. — Sei cosí grande, egli dice, e non hai ancora «vile cocchio», che ti salvi «a traverso de’ trivii». «Sdegnosa anima!»
Ed ecco il debil fianco Per anni o per natura Vai nel suolo pur anco Fra il danno strascicando e la paura; Né il si lodato verso Vile cocchio ti appresta, Che te salvi a traverso De’ trivii dal furor della tempesta. Sdegnosa anima! prendi, Prendi novo consiglio, Se il giá canuto intendi Capo sottrarre a piú fatai periglio. — |