Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
i24 | saggi critici |
letteratura dirimpetto a quella vacua forma dove si esauriva l’antica. Il contenuto, ripigliando la sua importanza, la esagera com’è di ogni reazione, e si pone non come arte, giá formato e trasfigurato, ma come staccato dall’arte, anteriore e superiore all’arte. Fenomeno naturalissimo, quando la pura arte, dopo i miracoli del Cinquecento, vania nel vuoto, e quando il nuovo contenuto venia non dall’istinto delle moltitudini, ma dal pensiero filosofico. Ond’è che il carattere della nuova letteratura è non solo la ristaurazione del contenuto, ma un contenuto, che si fa valere per sé e sente di avere maggiore importanza che l’arte. Ciò che è manifesto nella risposta di Parini alle lodi del giovinetto Ugo. E questo spiega come in Parini quella sua calma superiore, quella mente rettrice che sta sopra a tutti gli elementi della sua composizione e dá loro regola e limite, è non solo natura, ma il concetto stesso ch’erasi formato dell’arte, è sentimento e ragione, perciò vita e veritá. La perfetta armonia che è nell’uomo, passa nell’artista, è lo spirito che penetra in tutto il suo contenuto poetico e gli dá una propria fisonomia. In effetti, la base poetica di tutti gli argomenti da lui trattati è il ritiro dell’anima nella calma della natura e nella ragionevolezza della mente, e la societá guardata da quel punto. Il suo «placido senso», la sua sanitá di cuore e di mente è insieme sentimento idillico e contemplazione filosofica; ciò che genera in lui una intima soddisfazione, non disgiunta da un nobile orgoglio. La Vita rustica che è in fronte alle sue poesie, sembra quasi posta li come prefazione, è lo spirito che aleggia in tutte le sue composizioni. Il poeta volge le spalle al mondo, e si ritira a’ colli natii, contento e fiero:
Me non nato a percotere Le dure illustri porte, Nudo accorrá, ma libero, Il regno della morte. No, ricchezza, né onore Con frode o con viltá Il secol venditore Mercar non mi vedrá. |