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«cours familier de littérature» par lamartine 87

l’uomo di lettere. Dubito ch’egli sia stato mai altro che questo, se per uomo di lettere si dee intendere, come egli crede ed ha torto, colui che sappia ben dire. Montaigne ne aveva un ben piú alto concetto: non sapeva egli concepire il ben dire senza il ben pensare. Gli manca ora la serietá del pensiero e della fede: gli lesta la parte teatrale, una immaginazione non doma, segregata dalle forze intellettuali, che per antico abito gli presta ancora i suoi colori, come un orologio che continua a suonare per un lesto di corda che dura ancora.

Prendiamo, o lettori, prendiamo il libro delle Meditazioni, e inebriamoci di poesia. Vi troveremo il nostro Lamartine che destò in noi e desterá ne’ posteri quello entusiasmo e quella fede di cui è ora in lui spenta la fonte. Sia con lui crudele chi può; quanto a noi, prostriamoci con mesta riverenza innanzi ad un ingegno che muore.

[Nella «Rivista contemporanea», a. V, i857, vol. IX, pp. 57-76.]