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«cours familier de littérature» par lamartine 85

tutto non ha la pazienza dell’analisi. Gli è mancata ancora una educazione filosofica. Poca dimestichezza con la scienza; nessun abito del meditare, nessun concentramento di tutte le facolta in uno scopo. È uomo d’impressione e d’immaginazione. Quello che per gli altri è meditare, per lui è un fantasticare; le dottrine filosofiche sono per lui «des réves»; l’idea non gli si presenta che attraverso una immagine. Ha un certo intuito del vero che gli si rivela a lampi; e quando s’incontra con la veritá, è maraviglioso di eloquenza. Ma quel vero non sa accarezzarlo, fecondarlo, svolgerlo; la sua immaginazione è uno spirito ribelle, che lo porta a sbalzi di cosa in cosa; che non gli lascia percorrere tutta una serie d’idee; che gitta il disordine nella sua intelligenza, e gli toghe ogni stabilitá di disegno, ogni serietá di scopo, ogni concordanza di mezzi. La sua sintesi non è una totalitá organica che si dispiega a mano a mano secondo le sue proprie leggi; ma è un’anarchia d’idee provenute da diverse fonti, dalla tradizione, dalla educazione, dai pregiudizii, dalla moda, da’ libri, dai piú opposti sistemi, affogata in un flutto d’immagini. L’immagine è la filosofia della idea, il suo velo trasparente: in lui é spesso una maschera o una nube. Gli è perché, a volere che l’immagine illumini l’idea, si richiede che questa stia innanzi allo spirito netta e precisa. Dante intuisce l’idea anche piú astrusa e meno accessibile con uno sguardo sicuro; indi l’evidenza scultoria e la proprietá della sua immagine, che è come acqua limpida che ti lascia ire con l’occhio giú nel profondo. Lamartine non ha ancora ben chiara l’idea, e giá corre all’immagine, contento di somiglianze e di rapporti estrinseci e superficiali. Diresti che l’idea sia per lui un semplice pretesto per cacciar fuori una bella immagine.

Lamartine è un ingegno incompiuto. È potente di immaginazione, vivace d’intelligenza, non paziente, non meditativo, non profondo. E se avesse avuto coscienza di sé, avrebbe fatto quello solo che può e sa fare. Ma l’immaginazione è un ospite pericoloso; e perché noi possiamo tutto ben dire, ci persuadiamo che possiamo tutto dire. Fu un tempo che egli accoppiava a questo donò prezioso dell’immaginazione l’entusiasmo, l’amore