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rattot è mezzo e non fine. I francesi sono attissimi a questo genere di critica, e citerò il sommo di tutti, Villemain, che in questo genere è egregio. I ritratti di Lamartine sono impressioni o reminiscenze personali, come si fa in un libro di memorie, che hanno il loro interesse, ma non è un interesse critico; sono semplici materiali, buoni al piú per un critico futuro. Nel tale salone ho conosciuto il tale; bocca cosí, fronte cosí, occhi cosí, vestiva, parlava, gestiva cosí e cosí; questi particolari, abbelliti da una ricca immaginazione, io li leggo con curiositá e con piacere; ma io ho il libro avanti, e dimando: — E poi?— . Rimangono li, sterili, senza scopo. È una critica abortita.

Altre volte il Lamartine s’innalza ad una certa sintesi. Abbraccia con una sola occhiata tutta la vita di una nazione e di un tempo, studiandosi di afferrarne i caratteri principali. L’impulso è partito di Alemagna, e l’esempio è stato seguito in Francia: citerò fra gli altri Victor Hugo, Edgardo Quinet, Robert Felicité Lamennais.

Ogni critica ha il suo supposto. Questa critica s’indirizza alla parte piú colta di una nazione, perché suppone una seria conoscenza de’ particolari nel critico e ne’ lettori. Volete abbracciarmi in una vasta sintesi la vita letteraria di una nazione; volete rinchiudermi in una linea un volume? bisogna che voi conosciate bene tutto il volume; altrimenti la vostra linea sará una vuota generalitá, destituita di ogni valore. Diciamo profondo uno scrittore quando in un pensiero ne comprende molti e molti altri: il carattere di questa critica deve essere la profonditá. Si è credute! al contrario che niuna cosa fosse piú facile di questa critica a vapore. Bella cosa! In una pagina io so quello che i miei padri dovevano imparare in piú volumi. E con questa pagina in corpo mi metto a parlare a dritta e a sinistra di Oriente e di Occidente, con tutta l’insolenza dell’ignoranza. O tu che logori i tuoi occhi sui libri, mi fai compassione; questa pagina mi dispensa dallo studio. Il critico volgare fa a un dipresso lo stesso ragionamento. Sta come aquila sulle cime e disdegna di guardare in giú. A’ suoi pari basta il dire: — Vedete ch’io sto in alto e posso vedervi tutti; — ma non perciò si