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«COURS FAMILIER DE LETTERATURE»
par M. de Lamartine.
Bella cosa fare il critico! Sedere a scranna tre gran palmi piú su che tutto il genere umano; i piú grandi uomini, a cui noi altri plebei ci accostiamo con timida riverenza, vederteli sfilare dinanzi come umili vassalli, e tu che palpi loro la barba familiarmente, e con aria di sufficienza dici a ciascuno il fatto suo! Bella cosa, non è vero. Gustavo Planche, vedere il Tasso recitare il «confiteor» avanti al Salviati, il Corneillebalbettare una impacciata difesa innanzi allo Scudéry, e l’Alfieri flagellato a sangue dal terribile Janin!
Che sí che un bel giorno gli scrittori faranno anche loro la rivoluzione, e chiederanno a questi Minos in virtú di qual pergamena si facciano lecito di tiranneggiarli. E giá un piccol cenno ne ha fatto un indocile poeta, il quale, in un momento di cattivo umore, ha detto sul viso a Gustavo Planche, vedi audacia! che la critica infine infine cos’era? «la puissance des impuissants».
Gustavo Planche ri è inalberato, e, volendo anche lui salvare la societá (che sarebbe la societá senza la critica?), ha voluto mantener saldo il principio di autoritá ed inculcare il rispetto con una repressione severa: ha atteso al varco il poeta, e capitatogli sotto, lo ha fatto ben ballare.
Sissignore. Bisogna vedere con qual disinvoltura un Gufavo Planche tratta Alfonso de Lamartine; con qual sopracci-
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