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58 saggi critici

che, se non è il piú grande dei poeti, è il piú nobile, il piú simpatico, quello a cui vorremmo piú rassomigliare.

Vi ho detto cosí alla grossa quello che mi è venuto in mente intorno ad uno scrittore, del quale a suo tempo vi dovrò intrattenere lungamente. Ma ciò che vi ho detto è bastante a farvi estimare una poesia, che non si trova nella raccolta delle sue opere, che è ignota a moltissimi, e di cui voglio farvi dono, quest’oggi. È scritta nel marzo del 1821, quando gl’italiani si levavano da ogni parte per redimere la loro patria dallo straniero, ed è indirizzata a Teodoro Koerner, il Tirteo della Germania, morto sui campi di Lipsia, combattendo per il suo paese. Ve la leggerò prima, poi vi farò alcune osservazioni:

                              

MARZO 1821

alla illustre memoria
di
TEODORO KOERNER
poeta e soldato
della indipoendenza germanica
morto sul campo di lipsia
il giorno xviii d’ottobre mdcccxiii
nome caro a tutti i popoli
che combattono per difendere
o per riconquistare
una patria.


ODE

                              
                                         Soffermati sull’arida sponda.
Volti i guardi al varcato Ticino,
Tutti assorti nel nuovo destino,
Certi in cor dell’antica virtú,
Han giurato: non fia che quest’onda
Scorra piú tra due rive straniere;
Non fia loco ove sorgan barriere
Tra l’Italia e l’Italia, mai piú!