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42 | saggi critici |
Guarda la natura quasi con occhio d’invidia, gli par più della che l’uomo:
Près de vous, aile bénie, Lys enchanté, Qu’est-ce, hélas! que le génie Et la beauté? Fleur pure, alouette agile, À vous le prix! Toi, tu dépasses Virgile; Toi, Lycoris1! |
Le dévouement, rayonnant sur l’obstacle, Vaut bien Vénus qui brille sur les monts, ecc.2. |
La natura considerata poeticamente è l’uomo messo in musica; ivi i nostri sentimenti e impressioni e qualitá sono generalizzate e spiritualizzate. La parola nell’onda diviene mormorio; l’amore nell’uccello diviene melodia; il riso nella serenitá del cielo diviene luce; e in questo senso diciamo che l’onda o l’uccello parla e che il cielo ride. Nella natura vi è l’uomo scompagnato di ogni determinazione; vi è come musica, non come parola. Se vogliamo rappresentar tutto l’uomo, dobbiamo rappresentarlo direttamente: in sé solo egli trova tutto sé stesso. E parimente, se vogliamo rappresentar la natura nel suo particolare, dobbiamo contemplarla in lei; e, dopo di aver detto che il cielo ride, dobbiamo aggiungere immagini che si riferiscano propriamente al cielo. La poesia dee veder dell’uomo nella natura: Victor Hugo vi pone dell’uomo fino ad un segno che passa la