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38 saggi critici

nelle quali il volgo lo contempla, confondendolo con esse. Dio si è ritirato dalla chiesa, l’amore si è separato dal matrimonio, il prete ha messo giú la sottana, i magi hanno gittate via la corona, il pontefice si ha tolto la tiara. È una ribellione generale. L’idea non vuol piú calare nelle usate immagini; il sentimento non vuol piú contenersi negli antichi limiti; la lingua non vuol piú chiudersi nelle parole consacrate. E che cosa muove a ciò il poeta? Insorge egli per il puro piacere d’insorgere? Calpesta tutte le regole e le forme ammesse con quel puerile capriccio, col quale la sua bambina imbratta o sgualcisce le sue carte1? Certo, questo rimprovero si può fare a molti suoi seguaci, e talora a lui pure. Trasportato dall’ardore della lotta e dal sistema, qualche volta fa a dispetto e porta la sua disubbidienza fino al contrasto, fino alla contraddizione; rotto il limite, si compiace di vagare nell’illimitato prima di crearsene un altro. Ma spesso non infrange una regola, se non per ubbidire ad una regola superiore; non gitta via una forma se non per farvi meglio brillare dinanzi il suo contenuto. L’idea attira piú la vostra attenzione, quando si scioglie dalla usata cadenza del verso con sapiente disarmonia; il sentimento non si arresta dinanzi alla parola per domandarle: — Onde vieni? e chi sei?, ma corre diritto e divampa lá dove piú trova sé stesso; tra il pensiero e l’espressione tutto ciò che vi ha messo di mezzo la pedanteria cade giú; hai l’idea e la parola in immediata comunione. Non è tutto armonia, né misura in questo mondo cosí violentemente uscito alla luce in mezzo al fragore ed alle passioni della lotta; trovi qua e lá non so che di aspro, di crudo, di non ben digrossato: talora la superficie è scabra, ma al disotto vi è sempre qualche cosa che si muove.

Questo non è che il lato negativo della poesia. Voi mi avete sprigionato l’idea dalle forme sociali, come d’un corpo logoro, e togliete via il fango per mostrarmi nudo il diamante. La vostra poesia può dirsi cosí la restaurazione dell’ideale o dello spirito. Ma il vostro ideale fatto libero non appartiene piú alla poesia;



  1. L. IV, V.