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le «contemplazioni» di victor hugo | 33 |
L’enigma avanti al sapiente si squarcia, prete, genio, pontefice1.
Ainsi s’entassent les conquêtes, Les songeurs sont les inventeurs... Le genre humain marche en avant; Il marche sur la terre; il passe, Il va, dans la nuit, dans l’espace, Dans l’infini, dans le borné, Dans l’azur, dans Tonde irritée, A la lueur de Prométhée, Le libérateur enchaine! |
Succede la rivelazione; i misteri dell’infinito si aprono innanzi all’intelligenza; il poeta vi vede al di dentro una specie di metempsicosi compiuta dalla palingenesi universale2.
Tale è il disegno. Hai dapprima le ingenue gioie della prima etá, gli ardori della giovinezza, festa nell’anima, festa nella natura (lib. I e II). Succedono le lotte e le passioni dell’etá virile; la realtá comincia a pesarci addosso, ma raddolcita ancora dagli amabili sogni della resistente fantasia (lib. III, Luttes et rêves). E viene il tempo della sventura e del disinganno; l’anima atterrita si ripiega sui giorni che non sono piú care rimembranze, e si abbandona a’ piú teneri lamenti (lib. IV). Ma le lagrime inaridiscono; gittiamo da noi ogni conforto, ogni speranza; il dubbio germoglia nel cuore; la bestemmia spunta sulle labbra; tenebre nell’anima; tenebre nella natura (lib. V). La vita cosí rappresentata è un’antitesi misteriosa, bene e male, riso e pianto, vita e morte. L’antitesi o il mistero si pone con una coscienza straziante nel libro VI, e si allarga alle universe cose; il dolore geme nell’albero, la lagrima stilla dalla pietra; la natura terrena è una sola anima in diverse forme, che mette dappertutto lo stesso lamento; in ogni essere vi è dell’uomo. Fra tanto buio l’intelligenza intrawede lontano lontano un
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