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«fedra» di racine i7

sito manca alla Fedra francese: Schlegel gliene fa colpa; ed a torto. Fedra, come l’ha concepita Racine, è tirata in qua e in lá da due sentimenti ugualmente infiniti, e l’uno non ha, non può avere virtú di distruggere l’altro. Quando vi pare che la passione abbia il di sopra, ecco il senso morale riaffacciarsi in forma di rimorso, e, mentre maledice la sua passione, nei suoi occhi brilla il desiderio. È una lotta non superabile, che soverchia la sua volontá e la gitta in balia del caso e la rende giuoco degli avvenimenti. Inetta a prendere e seguitare con costanza un partito, ciascuna volta che Fedra entra in iscena, la vediamo con ispavento dare un nuovo passo verso la sua rovina: non nasconde la sua passione, non salva il suo onore, non provvede all’onore della sua famiglia, non salva la vita. Quando è tempo di morire, si fa lusingare da vane speranze; muore, quando la sua morte non è che una volontaria espiazione. Abborre dal male, e lo lascia commettere; corre a’ rimedi, quando il male è irrimediabile; vuol parlare ad Ippolito de’ suoi figli, e parla del suo amore; vuole smentire la nutrice e scagionare Ippolito, e se ne rimane; un istante prima dice alla nutrice: — fa tu — , un istante dopo la colma di villanie e la sospinge alla morte. — Sono contraddizioni, — osserva Schlegel. Certamente; la contraddizione generata dalla lotta è il fondo di questo carattere; non vi è niente di cosí contraddittorio come il cuore umano. Ond’è nata una profonda tragedia: e dico profonda, perché il fato tragico nasce non da intrighi, da accidenti, ma dall’essenza di questo carattere. La prima volta che questa donna manifesta la sua anima agli spettatori, ci vediamo una specie di predestinazione: le vediamo scritta in fronte la catastrofe.

Questa contraddizione ti offre contemporaneo e compresente tutto il carattere, nel tempo stesso che ne vedi uscir fuori or questa, or quella parte, secondo gli avvenimenti e gli altri personaggi. Non vi è propriamente una successione logica, di modo che si vegga prima la passione, poi il rimorso, indi la gelosa, ecc.: difetto in cui capitano i costruttori, quelli che concepiscono un carattere «a priori». Vi è un certo processo, qual-