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6 | saggi critici |
substitué les plus grandes beautés aux plus grands défauts1», Schlegel facea cosa utile a mostrare l’eccellenza del teatro greco e dell’Ippolito di Euripide. Quando i critici francesi sostenevano essere il teatro francese lo stesso teatro greco continuato e incomparabilmente piú perfetto, Schlegel facea bene a notare la differenza sostanziale che è tra’ due teatri e la superioritá del greco. Quando i critici rimanevano estatici innanzi a’ versi, alle frasi, alle parole, Schlegel provvedeva alla dignitá della critica, alzandola all’esame de’ caratteri, degli affetti, di ciò ch’egli credeva l’essenza della tragedia.
Ma Guglielmo Schlegel non comprende in che è posta l’essenza dell’arte. Il suo orizzonte è piú largo, le sue osservazioni procedono da principii piú elevati, ma ancora accessori ed inessenziali. Vi si vedono molti difetti ch’io ho notati innanzi.
Fonda il suo giudizio su di un parallelo tra le due Fedre. Eccoci giá a’ paralleli. In luogo di esaminare la concezione di Racine in sé stessa, le mette di fronte quella di Euripide2;
- ↑ Le annotazioni di Laharpe alla Fedra ci mostrano la vacuitá di questo critico tanto celebrato a’ suoi tempi. Sono per lo piú esclamazioni di maraviglia, frasi generali, lodi superlative che non lasciano niente di determinato nella mente, se ne eccettui qualche osservazione grammaticale o rettorica intorno all’intrigo. Eccone un saggio: La scène entière est un modèle étonnant de toutes les teautés tragiques et poétiques dans leur perfection: intérêt, dialogue et style, tout y est au plus haut point. — On dirait que, toutes les jois que Racine se sert de ce qu’un autre a fait, c’est Pour montrer comment il fallait faire. — Il semble que quand Racine marche tout seul, il n’a d’abord suivi des modèles, que pour faire voir combien il savait les dévancer. — Ce qu'il emprunte, devient toujours meilleur entre ses mains. — Et que peut-on dire et sentir de plus dèchirant quand on aime? O grand peintre de la nature et des passions! Cette conception si vraie et si intèressante est non seulement hors de toute comparaison avec Euripide, mais même n’a rien de commun avec tout ce qu’on a vu en aucun ternps sur la scène. È il fraseggiare di tutti i critici che non vogliono prendersi l’incomodo d: pensare.
- ↑ A quei tempi erano in voga i paralleli, ed i classici erano il termine di paragone. Sono note le interminabili comparazioni sul merito degli antichi e de’ moderni. Laharpe trova Racine sempre superiore ad Euripide, e la sua ammirazione lo rende scioccamente villano verso gli altri; Schlegel, fondatore di una nuova critica, non avrebbe dovuto seguirlo per questa via; ma, sviato dalla polemica, tira innanzi, e, passando anch’egli la misura, trova tutto a biasimare in Racine, tutto a lodare in Euripide; ci si vede l’ardore di un avvocato che ha innanzi l’avversario, non il sereno giudizio di un critico. Lodo la sua temperanza e cortesia nel linguaggio, che fa contrasto col fare avventato ed insolente di Laharpe; ma chi ben guardi, scoprirá quanto ci è di eccessivo e di violento sotto a quella tranquilla apparenza.