Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/326

320 saggi critici

spettacoli svariati, sceneggiatura ben compresa, abilita tecnica non comune, azioni a passo di carica, moto perpetuo senza un istante di languore, sono tali pregi, che il Gattinelli se ne dee contentare. In questo genere di lavori tutto sensi, in cui lo spettacolo può piú che le parole, egli tiene uno dei primi luoghi. Certo, un artista coraggioso, conscio delle sue forze, può molto osare; e s’egli si levasse in piú alta regione, se sapesse parlare al cuore, se l’attenzione che molti pongono nelle scene, nelle vesti, nella parte mimica e spettacolosa, in tutto ciò che è esterno, sapesse egli attirarla potentemente al giuoco delle passioni e dei caratteri, son certo che la parte anche piú grossolana del pubblico lo intenderebbe e lo seguirebbe. Un buon pubblico forma i grandi artisti; e un buon artista ti crea un buon pubblico: vi è reciprocanza di azione. Ma il Gattinelli non ha confidato in sé stesso, ed ha scelto la via piú sicura; meglio primo in paese, che secondo in cittá. Vedremo chi sará colui, che il primo oserá; e che avrá piú fede in sé stesso e nel suo uditorio: colui sará il ristauratore del Teatro italiano.

[Nella «Rivista contemporanea» di Torino, a. III, i856, vol. V, pp. 323-36.]