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POESIE DI SOFIA SASSERNÒ


Sono piú volumi di poesie, differentissime. Ce ne ha di tutte sorti: sermoni, elegie, canti, leggende. A prima gettata d’occhi trovi in tutte gli stessi pregi: correzione, puritá di lingua, abile testura di verso, una certa eleganza di stile, cosí uguale che talora è monotonia, la misura del buon gusto anziché l’impeto del genio. E se ti arresti a queste qualitá comuni, rimani in forse, e non sai in tanta somiglianza qual giudizio portare di ciascuna poesia, e a quale dare il primato. Ma se lasci stare queste qualitá secondarie, dalle quali non si può cavare alcun criterio stabile, e guardi alla persona che si nasconde sotto alla veste, vedrai differenze spiccatissime, alle quali prima non ponevi mente.

Talora dici a te stesso: — La è un artefice non comune di versi, ma nulla di piú — ; ora ti avvieni in una bella concezione, uscita pallida dalla fantasia, e qui lodi una immagine felice, lá un sentimento vero; talora ti par d’intravvedere qualche cosa, che vorresti e non puoi chiamar genio. Egli è che nelle poesie vi è maggiore varietá, che non ne abbia l’anima dell’autrice. La quale, con poca coscienza delle sue forze, si è messa a trattare argomenti di ogni maniera, che richiedono le piú diverse facoltá, quasi la poesia fosse un istrumento, che noi potessimo far suonare a nostro talento.

Arrechiamone qualche esempio: prendiamo una sua leg-