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versioni e comenti di liriche tedesche 223
                               Qui l’amore ha il suo trono;
Qui gli strali di morte indarno sono;
E qui viene imbandito,
Eternamente, il nuzïal convito.
                         


La prima è poesia di Matthisson, l’altra di Schiller. L’argomento è lo stesso, ma diversamente concepito.

Matthisson ha avuto innanzi l’Eliso pagano; ha raccolto tutto ciò che ne hanno detto i poeti antichi, e di quelli sparsi elerqenti si sforzato di costruire un ideale mitologico dell’Eliso. Mira, principalmente, alla rappresentazione della natura, descrivendoci con eletti particolari le condizioni del luogo. La descrizione è ravvivata dall’impressione, che quello spettacolo ancor nuovo produce sull’anima contemplatrice.

Nella sua descrizione è un gran movimento; perché in luogo di arrestarsi sopra di un oggetto solo e mostrarlo nelle sue diverse parti, come si fa da’ pittori, passa, lievemente, di cosa in cosa, e ti offre allo sguardo una mutabile scena. Nondimeno la natura è muta, senza la presenza dell’uomo; onde il Matthisson ti pone avanti un’anima entrata pur allora, le cui impressioni sono rappresentate con delicate gradazioni. Vi è, dunque, un avvicendare di descrizione ed impressione, con giusta misura, con naturali passaggi.

La poesia rimane un’imitazione vivace ed elegante. L’autore è guidato da una ispirazione placida; né aggiunge al vero entusiasmo, comeché vi si sforzi. Avendo innanzi un luogo soverchiamente determinato, ed intento a riprodurre immagini classiche, gli manca il sentimento dell’oltrenaturale. E, d’altra parte, dando troppo luogo alla parte descrittiva, le impressioni dell’anima rimangono troppo vaghe e generali; anzi l’anima vi sta non per sé, ma come mezzo poetico a rendere la descrizione mobile e vivace. Il qual difetto di personalitá dá all’Eliso, quasi, l’aspetto di un deserto, sia pure grazioso e leggiadro.

Altro è l’Eliso di Schiller. Il gran poeta Io ha concepito fuori di ogni determinazione di tempo e di luogo; è l’Eliso non piú pagano che cristiano, non piú antico che moderno. Ben vi