Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/213


versioni e comenti di liriche tedesche 207

sé di rincontro a quello, e si studia di spiegarlo. È uno spettatore maravigliato, e curioso, che cerca la spiegazione di tutti i fenomeni, che gli si parano innanzi; non un poeta, che, turbato e trepido, s’inginocchia innanzi ad Iside e l’adora; ma un filosofo, che la considera, tranquillamente, sforzandosi di trapassare con l’occhio di lá dal suo velo. Nondimeno la maraviglia, la viva curiositá, l’ardore della meditazione, la gioia della scoperta sono sentimenti vivaci, che ci rendono si care le poesie primitive di filosofi poetici, i quali rappresentavamo e spiegavano, ad un tempo, le bellezze della natura, come qui Schiller rappresenta e spiega la danza. Ma qui tutto questo è artifiziale. Innanzi alle maraviglie della danza, Schiller si mostra attonito e curioso; ma il suo stupore è apparenza, la sua curiositá è giá appagata; egli sa quello che dice di non sapere. Centinaia di poesie, massime italiane, appartengono a questo genere. I poeti ingenui sono nella loro ignoranza amabili; sono maravigliati, sono curiosi; ma i poeti moderni, troppo dotti, fanno i maravigliati, ed i curiosi. Simulano questi sentimenti perché ubbidiscono non alla poesia, ma all’arte poetica: quindi trovi in loro qualche cosa di fattizio, che ti raffredda.

Dopo di aver fatto, per un pezzo, l’attonito, il poeta, spiegato a sé stesso il fenomeno, si pone innanzi un lettore immaginario ed ignorante, si diletta di stimolare la sua curiositá, dipingendogli la danza in ciò che ha di strano e di contraddittorio alla vista, mostrandogli l’ordine che esce dal disordine; insino a che, da ultimo, trionfalmente, glie ne spiega la ragione. Cosi ha cansato, in parte, il difetto mostrato innanzi, ponendosi in una situazione vera. E dico in parte, poiché la poesia rimane, nel fondo, la spiegazione di un fenomeno. Per chiarir meglio il mio pensiero, addurrò ad esempio, il canto di un pastore arabo alla Luna, di Giacomo Leopardi; una delle più stupende liriche de’ tempi moderni, ammiratissima presso i tedeschi. Ivi il pastore non è un essere astratto ed impersonale, di cui siasi, artifizialmente, valuto il poeta a spiegare i fenomeni dell’universo. Il pastore è un perfetto carattere poetico; il mondo è rappresentato, secondo l’impressione ingenua, che produce su di una