Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/111


pier delle vigne i05

voluto che, poi che i fati ci niegano per ora le grandi cose, noi ci prepariamo a quello che dovremo essere un giorno, studiando quello che fummo nei nostri gloriosi maggiori, e massime in un poeta che amò tanto la patria, che la fece si grande! Quanto a me, io non vi parlerò della pochezza del mio ingegno, della povertá de’ miei studi: è una modestia d’obbligo, a cui piú non si crede; dirò solo ch’io non mi reputo indegno della vostra benevolenza, perché queste lezioni io le fo con amore, e vi pongo tutto me stesso, perché elle sono per me la meditazione, la preoccupazione di tutti i giorni.

Che dovrò ora io fare? Vi leggerò un’introduzione, un discorso inaugurale come si dice? Non l’ho fatto il passato anno; né ora il farò. I discorsi inaugurali avevano un tempo il loro significato; ora sono per lo piú discorsi di convenzione, pure cerimonie: freddi ed insipidi come le cerimonie, una specie d’anticamera che si fa fare agli uditori pria d’introdurli in materia. Io voglio risparmiarvi, o signori, quest’anticamera. E vi risparmierò pure il riepilogo delle lezioni passate, essendo pervenuti a tal punto, ch’io posso spiegarvi i singoli canti dell’Inferno con solo richiamarvi qua e lá e di fuga alcun principio generale.

Vi ho mostrato nei tre mondi danteschi il nostro stesso mondo emendato e rifatto secondo la coscienza: quale noi lo concepiamo alcuna volta, quando innanzi ad una scelleraggine premiata, ad una realtá tanto disforme dall’archetipo morale che ci è in mente, un’amara esclamazione ci esce di bocca: eppure il mondo non dovrebbe andare cosí!... Questo «dovrebbe» è il significato del mondo dantesco: è la realtá corretta, il mondo raddrizzato con ciascuna cosa al suo posto. L’Inferno è una delle facce del mondo: è la societá dei malvagi, il regno del male, dell’errore, del brutto, la storia delle colpe umane, né giá messe cosí insieme a caso: non vi è solo successione, ma connessione: non vi è solo movimento, ma progresso; ed il progresso dell’inferno è il regresso, un costante regresso dall’umano al bestiale, dallo spirito alla carne. Questo, io ve l’ho mostrato nella; natura del luogo, nelle pene, nei demonii, nei gruppi, nei dannati, incontinenti, violenti e fraudolenti.