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devoto senza dubbio alla memoria del suo grande amico, ma filologo non molto prudente.

Recentemente il Romagnoli, accettando la data del Laurini, ha visto nell’Esposizione l’influenza ancor dominante dello Hegel, per il fatto che, come il filosofo di Stoccarda, anche il nostro si preoccupa ancora di muovere dall’idea per scendere alle forme1. Ma si potrebbe domandare quando mai il De Sanctis nella sua critica non mova dall’idea, per mostrare — e qui è la novitá del suo metodo — come calasse nella situazione fino a rimanervi dimenticata. E se nell’esame dell’ultima cantica, sempre secondo il Romagnoli, l’autore rivela la volontá di «organare la visione poetica della Commedia entro un unitario concetto»2, si potrebbe obiettare che questo fu il problema intorno al quale il De Sanctis si travagliò per tutta la vita. Per me l ’Esposizione è un lavoro scolastico di non grande valore, almeno nei primi due capitoli, e l’ho raccolto nell ’Appendice per una ragione di compiutezza.

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Mi resta ora da dire qualche cosa sui criteri adottati nel pubblicare i testi delle lezioni.

Per quelle di Torino, pervenute nelle copie del Laurini e nelle bozze di stampa, ho seguite le prime, perché mi è parso che le seconde rappresentino piú il gusto personale del curatore. Per le altre, pervenute nei manoscritti che ora si conservano nella Bibl. Naz. di Napoli, li ho seguiti fedelmente, depurandoli solo degli errori evidenti e grossolani degli amanuensi, di cui ho dato giá dei saggi, e aggiungendo qualche parola necessaria in parentesi quadre. Ma lá dove il testo mi è parso guasto, o dubbio, ne dò qui appresso notizia, di volta in volta. Quando poi periodi, o brani, ricorrono integralmente nelle opere a stampa, mi sono conformato a queste, seguendo per la Storia della letteratura italiana l’ediz. del Croce e per i Saggi critici quella del Russo. Ho lasciato alle lezioni i titoli che portano nei manoscritti, ma sono poche; per le altre, come per tutte quelle di Zurigo, li ho desunti dal contenuto, chiudendoli in parentesi quadre.

Per la grafia, e le citazioni che s’incontrano cosí nelle lezioni;



  1. Lezioni e saggi su Dante, citt, p. xxiv.
  2. Op. cit., ivi.